Altro requisito raccomandato dal Papa al confessore, quello di “conoscere gli ambiti sociali, culturali e professionali di quanti si accostano al confessionale, per poter offrire idonei consigli ed orientamenti spirituali e pratici”. "Non possiamo predicare il perdono e la riconciliazione agli altri, se non se siamo personalmente penetrati", ha ammonito il Pontefice, esortando i sacerdoti ad unire alla "preparazione teologica" una "profonda vena di spiritualità". "Se è vero che nel nostro ministero ci sono vari modi e strumenti per comunicare ai fratelli l’amore misericordioso di Dio ha sottolineato Benedetto XVI – è però nella celebrazione di questo Sacramento che possiamo farlo nella forma più completa ed eminente. Cristo ci ha scelti, cari sacerdoti, per essere i soli a poter perdonare i peccati in suo nome: si tratta allora di uno specifico servizio ecclesiale al quale dobbiamo dare la priorità". "Quante persone in difficoltà cercano il conforto e la consolazione di Cristo! Quanti penitenti trovano nella confessione la pace e la gioia che rincorrevano da tempo!", ha concluso il Pontefice, citando "l’esempio dei santi" che "si dedicavano quasi esclusivamente al ministero del confessionale", tra cui san Pio da Pietrelcina.” ” ” “