Nella sua disamina Redaelli parla anche delle tensioni in Egitto, dopo la decisione del neo presidente Morsi, della fratellanza Musulmana, di ripristinare il Parlamento dopo che questo era stato sciolto dalla Corte Costituzionale. Sullo sfondo si prepara una crisi tra la Giunta militare e i Fratelli Musulmani che, afferma il docente universitario, nasce dal mancato rispetto, da parte della Fratellanza, dell’accordo pre-elettorale con la Giunta militare, che prevedeva che nessun membro dei fratelli musulmani si presentasse candidato alle presidenziali. "Non riconoscere una decisione della Corte Costituzionale è un segnale molto grave perché significa che le regole possono essere cambiate a piacere dal vincitore. Che poi è il problema solito del Medio Oriente. E’ pericoloso che un movimento islamista, che vuole introdurre la sharia ancora di più di quanto sia stato già fatto, non rispetti una decisione della Corte costituzionale. Significa che siamo all’arbitrio come è sempre stato l’Egitto prima. Ed è preoccupante che il cambiamento inizi con una decisione di questo tipo".