Intervista
“Le Giornate mondiali della gioventù (Gmg)non possono essere eventi isolati, devono inserirsi in un cammino di crescita costante. Quindi è importantissimo il lavoro di pastorale giovanile che precede l’andata alla Gmg e poi quello dopo il ritorno, per riscoprire e valorizzare i contenuti che sono stati trasmessi”. È quanto afferma oggi l’arcivescovo di Chieti-Vasto, monsignor Bruno Forte, in un’intervista pubblicato da “Avvenire” alla vigilia del raduno che si terrà a Cracovia la prossima settimana. In questi giorni, mons. Forte è con i “suoi” giovani nella diocesi polacca di Torun per il gemellaggio che precede la Gmg. Riguardo alla partecipazione, l’arcivescovo evidenzia che “questa volta abbiamo avuto meno adesioni rispetto alle Gmg precedenti: probabilmente incidono la crisi economica e qualche timore legato alle vicende recenti”. In molti però sono “alla prima esperienza”. “Questo ha una sua importanza da non sottovalutare – sottolinea – perché se da una parte la Gmg è una potenziale attrazione, dall’altra c’è mancanza di conoscenza del modello”. Rispetto alle precedenti edizioni, secondo mons. Forte oggi “abbiamo di fronte un’altra generazione” e “ci troviamo in un contesto generale profondamente mutato rispetto a quando iniziarono le Giornate mondiali della gioventù”. “Certamente la Gmg è una esperienza valida, soprattutto se ben preparata, e così l’incontro con il Papa diventa un evento che i giovani poi ricorderanno come prezioso”, prosegue l’arcivescovo, per il quale chi sarà alla Gmg manifesta “la curiosità di partecipare a un’esperienza internazionale”, “il desiderio di conoscere” e, per alcuni, la volontà di “vivere un’esperienza cattolica nel senso più alto”. “Ma credo che questo – osserva mons. Forte – non possa separarsi dalle domande ultime sul significato della vita, che vanno sempre poste con onestà ai giovani, mettendosi con loro in discussione”.