Giovani

Monsignor Galantino: “come si può invocare il Padre e chiudere il cuore a chi è profugo e perseguitato!”

Mons. Galantino a Casa Italia, Cracovia

(dagli inviati Sir a Cracovia) “La preghiera non è evasione dai problemi e dalle responsabilità, ma esperienza viva, fatta di ascolto e di risposta, mediante la quale con Dio si instaura un rapporto autentico che spinge ad essere audaci”. A ricordarlo è stato ieri, domenica 24 luglio, il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, durante una messa, trasmessa in diretta tv dalla chiesa dei padri Bernardini, a Cracovia dove martedì 26 avrà inizio (fino al 31) la Gmg, alla presenza di Papa Francesco. Commentando le letture, tutte incentrate sulla preghiera, mons. Galantino ha ricordato che “Gesù non propone formule nuove né raccomanda dei riti, indica piuttosto un percorso delineato nelle parole del Padre Nostro”. Preghiera che, per il segretario della Cei, “va recitata in piedi, pronti a partire, a fare qualcosa di nuovo nella nostra vita”. Così facendo “si impara a pregare, a pensare e a vivere in comunione con gli altri, riconoscendo che Dio non è solo mio Padre, ma è nostro Padre, e chiedendogli non solo che perdoni i peccati individuali, ma i nostri debiti”. Portare davanti a Dio “tutti i suoi figli”. “Continuo a domandarmi – ha sottolineato il segretario Cei – come si possano tenere le mani giunte in preghiera e poi con le stesse mani respingere il fratello che chiede di essere accolto! Continuo a domandarmi come si possa con la stessa bocca invocare il Padre e pronunziare dei ‘no’ decisi e sprezzanti di fronte al bisogno del fratello! Continuo a domandarmi come si possa elevare la propria mente a Dio e semmai impegnare la stessa mente a trovare giustificazioni per chiudere il proprio cuore dinanzi a chi è profugo e perseguitato!”. Una preghiera autentica, per mons. Galantino, “contribuisce a rinnovare il mondo e la società in cui viviamo. Sono tanti i motivi di dolore e di preoccupazione che incontriamo attorno a noi: un circolo di violenza e di follia omicida tenta di avvolgere lo spazio pubblico e di trascinare in basso, nel timore e nella tristezza, la convivenza umana. Ciò rischia di alimentare la diffidenza e dar vita a un individualismo ancora più esasperato, che non può che spegnere la felicità di ognuno”. Dando inizio alla XXXI Giornata mondiale della gioventù, ha concluso, “vogliamo che questi giorni di incontro e di riflessione, di preghiera e di festa, siano un’occasione propizia per contrastare questa mentalità, così contraria all’uomo. Un’opportunità per dire che c’è un altro modo di vivere. Questo dovete fare voi giovani. Questo viene chiesto oggi alla Chiesa. Con la preghiera e l’esempio”. Alla Messa erano presenti decine di volontari che in questi giorni di Gmg saranno in servizio a “Casa Italia” che da ieri ha aperto le sue porte ai giovani italiani in arrivo. A tagliare il nastro lo stesso mons. Galantino che ai giovani ha consegnato la bandiera italiana donato dal presidente della Repubblica italiana, Mattarella: “Il Tricolore è affidato a voi, ragazzi, perché ciò che facciamo lo facciamo anche in nome dell’Italia e per la nostra Patria”.