Dialogo

Papa Francesco: ai vescovi polacchi, “quante volte il Signore bussa alla porta da dentro, perché noi gli apriamo”

La Divina Misericordia è “la testimonianza di tanta gente, di tanti uomini e donne, laici, giovani che fanno opere: in Italia, per esempio, il cooperativismo”. Tuttavia, ha avvertito il Papa nel discorso ai vescovi polacchi, “viviamo un analfabetismo religioso, al punto che in alcuni santuari del mondo le cose si confondono: si va a pregare, ci sono negozi in cui si comprano gli oggetti di pietà, le corone… ma ce ne sono alcuni che vendono cose di superstizione, perché si cerca la salvezza nella superstizione, nell’analfabetismo religioso, quel relativismo che confonde una cosa con l’altra. E lì ci vuole la catechesi, la catechesi di vita. La catechesi che non è soltanto dare le nozioni, ma accompagnare il cammino. Accompagnare è uno degli atteggiamenti più importanti!”. Secondo Francesco, accompagnare la crescita della fede è “un lavoro grande e i giovani aspettano questo!”: “‘Ma se io comincio a parlare, si annoiano!’. Ma da’ loro un lavoro da fare. Di’ loro che vadano durante le vacanze, 15 giorni, ad aiutare a costruire abitazioni modeste per i poveri, o a fare qualche altra cosa. Che incomincino a sentire che sono utili. E lì lascia cadere il seme di Dio. Lentamente. Ma solo con le parole la cosa non va! L’analfabetismo religioso di oggi dobbiamo affrontarlo con i tre linguaggi, con le tre lingue: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani”. Senza mai dimenticare “la Chiesa in uscita”: “Una volta ho osato dire: c’è quel versetto dell’Apocalisse ‘Io sto alla porta e busso’ (3,20); Lui bussa alla porta, ma mi domando quante volte il Signore bussa alla porta da dentro, perché noi gli apriamo e Lui possa uscire con noi a portare il Vangelo fuori. Non chiusi, fuori! Uscire, uscire!”.