Cultura

Mostra del cinema: Premio Bresson a Konchalovsky. Mons. Viganò, “sofferenza dell’anima può diventare grembo fecondo della produzione artistica”

“Quasi un anno fa, era la settimana dal 20 al 27 settembre, il mondo intero visse un evento che possiamo definire epocale: il viaggio di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti. Senza creare forzature, tese a cercare parallelismi col mondo del cinema, quel viaggio mi sembra possa essere lo sfondo ideale per questa circostanza”. Mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la comunicazione della Santa Sede, ha consegnato oggi a Venezia, nell’ambito della Mostra del cinema, il Premio Robert Bresson 2016 al regista russo Andrei Konchalovsky. Il riconoscimento si deve alla Fondazione Ente dello spettacolo e alla “Rivista del Cinematografo”. Alla cerimonia era presente il presidente della Fondazione Ente dello spettacolo, don Davide Milani. Mons. Viganò ha affermato: “Cuba e Usa disegnano ancora nell’immaginario collettivo – ciascuno per proprio conto – un ritratto, per certi aspetti rappresentativo, di due paradigmi attorno ai quali si polarizzano molti aspetti delle società contemporanee. Andando a Cuba, il Papa ha incontrato un popolo che, agli occhi di molti, viene considerato quasi l’ultimo baluardo di una delle contrapposizioni più profonde creatasi nella seconda parte del cosiddetto secolo breve. Nel popolo cubano, dunque, si scorgerebbe uno dei simboli dello scontro tra le due superpotenze dell’epoca”.
“Sull’altra riva del fiume della vita si presenta il contraltare di altre scelte, di altri orientamenti politici ed economici: gli Stati Uniti d’America. Sembra persino superfluo sottolineare il fatto che il dissolvimento delle ideologie ha, per certi aspetti, consegnato la palma della vittoria a un sistema più di ispirazione ‘liberista’, oggi diffuso in molti Paesi del mondo, oltre che negli Usa. Aver dato un’identità al vincitore tra i due modelli contendenti non ha, però, risolto né messo a tacere una serie di interrogativi tutt’altro che trascurabili. Ne ricordo solo qualcuno, come esempio: il paradigma economico-sociale che risulta dominante non presenta nessuna zona d’ombra né risvolti negativi? Esiste solo un bipolarismo in questo singolare contenzioso, oppure è possibile individuare altri percorsi risolutivi? Non varrebbe la pena, come suggerisce Papa Francesco, cercare di individuare un modello economico-sociale ‘che non sia organizzato in funzione del capitale e della produzione ma piuttosto in funzione del bene comune?’”. Secondo Viganò “sono le domande che, talvolta, risuonano, pur con modalità diverse, nel cinema del maestro Končalovsky, che ha attraversato in prima persona questi dilemmi”. “La sua vicenda artistica – ha proseguito Viganò – ci indica che la sofferenza dell’anima può diventare il grembo fecondo della produzione artistica”.