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S’intitola “Cile, una casa per tutti” la lettera pastorale del Consiglio permanente della Conferenza episcopale cilena (Cech), in un momento molto importante per la vita ecclesiale e sociale del Paese, a tre settimane dalle elezioni presidenziali e a circa tre mesi dalla visita di papa Francesco. Il documento, molto articolato, tocca tutte le principali emergenze di carattere ecclesiale, sociale e politico del Paese, offrendo le principali linee pastorali per il futuro della Chiesa cilena fino al 2020, come ha sottolineato a Santiago del Cile, nel presentare il documento, il presidente della Cech e vescovo castrense, mons. Santiago Silva Retamales.
“Tre criteri animano tali orientamenti”, ha spiegato mons. Silva. Si tratta della centralità di Gesù Cristo e di una conversione come compito permanente che, partendo dal livello personale “giunge alla trasformazione della Chiesa e della società”; il secondo criterio è “la dignità e il valore di ogni persona umana, qualunque sia la sua condizione”. Infine, il terzo criterio è che la chiamata “ad essere servitori del Regno di Dio attraverso l’ascolto comunitario e corresponsabile della Parola, il servizio umile alla vita di ogni persona umana e l’annuncio gioioso della fede a tutti i fratelli e sorelle”.
Alla cerimonia di presentazione, oltre al direttivo della Cech, erano presenti tra gli altri il nunzio apostolico, mons. Ivo Scapolo, il sottosegretario generale della presidenza della Repubblica, Victor Maldonado, e il comandante in capo dell’Esercito, il generale Humberto Oviedo.
Nella lettera i vescovi scrivono che il Cile ha bisogno di tutti gli attori sociali perché, a partire da una nuova concezione di amicizia civica e rispettando le legittime differenze, la persona umana sia posta al centro degli sforzi comuni, abbandonando le visioni meramente ideologiche o economicistiche. Da qui un’analisi a 360° gradi sulla realtà cilena. Il documento fa notare che “la fiducia nelle istituzioni è diminuita in tutti i contesti: la mentalità liberale individualista si è sviluppata distruggendo i vincoli e le responsabilità politiche”.
Per quanto riguarda i singoli aspetti, la lettera pastorale insiste sull’importanza della famiglia, minacciata dall’attuale sistema economico e lavorativo; sulla difesa della vita umana “in tutte le sue dimensioni”, dall’aborto alle scandalose diseguaglianze, dall’eutanasia alle discriminazioni; sulla denuncia delle crescenti violenze contro le donne e sull’assenza di molti padri nei processi educativi, nel contesto di una “società machista”.
I vescovi cileni dedicano poi spazio all’accoglienza delle persone separate, sulla scia dell’esortazione Amoris Laetitia, e delle persone omosessuali, specificando però la propria contrarietà a leggi ispirate dalla cosiddetta ideologia del gender.