Conferenza italiana superiori maggiori
“Viviamo tempi dolorosi e pieni di incertezza, ma nello stesso tempo anche entusiasmanti per gli Istituti e le Congregazioni religiose”. Da un lato la crisi delle vocazioni – numericamente scarse o addirittura inesistenti – prospettano un futuro “abbastanza tetro”; dall’altro, sono tempi entusiasmanti perché è “il momento opportuno per dare nuovi sbocchi alla creatività della vita religiosa e ridarle forza e la dignità del suo essere profezia dell’umanità”. È quanto ha affermato suor Pina Del Core, parlando oggi a Salerno alla 57ª assemblea della Cism, sul tema: “Forme di disagio nella vita religiosa e sacerdotale. Quale prevenzione?”.
La crisi, ha sostenuto, non può essere letta “come una questione semplicemente personale, ma va collocata nel contesto della cultura attuale con la sua complessità. Le sue istanze e le sfide”. La relatrice ha poi messo in evidenza alcuni nodi critici e generatori di malessere nelle persone e nella vita consacrata e sacerdotale, che sono all’origine delle forme di disagio, quali le difficoltà di relazioni, la diffusa solitudine, le comunità e la missione percepite come spazi funzionali e non come ambienti di vita e di crescita vocazionale. Ancora, i rischi legati a una comunicazione solo virtuale, i social media, “che non riescono a contrastare il fenomeno della solitudine”; una “malintesa concezione di libertà che rifiuta tutto ciò che costituisce un vincolo e che sia mosso da regole”; la “verginità consacrata non intesa e vissuta come identità e progetto”. Infine, il rapporto “ambivalente con il potere e il possesso derivante dal narcisismo mai superato”. Per suor Del Core la prevenzione delle forme di disagio, di disadattamento, malessere e sofferenza “oggi e sempre non può avere che un solo nome: formazione, iniziale e permanente, etero-formazione e auto-formazione coniugate insieme e in stretta correlazione”.
I lavori proseguiranno nel pomeriggio con la relazione di padre Luigi Sabbarese sul tema “Attuali problematiche inerenti ai ‘delicta graviora’”.