Messaggio
Il “desiderio” di Dio “di cercarci e di visitarci attraversa l’intera storia della salvezza e ha inizio già all’alba della creazione, dopo il peccato dell’uomo, quando Dio si mise sulle sue tracce”. Lo sottolinea mons. Pietro Lagnese, vescovo di Ischia, nel suo messaggio di Natale, dedicato innanzitutto ai fratelli e alle sorelle terremotati. “Da quell’ora Dio – prosegue il vescovo – non smette più di cercarci e per trovarci arriva alla scandalosa decisione di farsi in tutto come noi – eccetto il peccato – povero, debole, pellegrino, mortale, pienamente uomo. In Gesù questa ricerca raggiunge la sua pienezza e si compie: Egli è l’abbraccio compassionevole del Padre che sulla croce non solo ci trova ma ci riacquista come figli”. Mons. Lagnese immagina già l’obiezione al suo ragionamento da parte degli sfollati: “Tu mi dirai: ‘No, non è così; il paragone non calza: Lui venne liberamente; lasciò la Sua Casa spontaneamente. Io no; io sono stato costretto’. E io ti risponderò: ‘No, anche Lui. Anche Lui come te fu costretto. Lasciò il Cielo costretto dall’Amore’. L’Amor che move il sole e l’altre stelle lo mosse a venire tra noi e lo rese per noi un Dio senza casa. Sì, Egli è innamorato dell’uomo! Lo ama così tanto che, pur nel rispetto della sua libertà, non si rassegna a vederlo perso lontano da lui. E perciò esce di Casa e si mette a cercarlo”. Per il presule, “il mistero dell’incarnazione è frutto di questo amore. Dio si fa carne per questo! Per questo lascia la sua Casa e viene in mezzo a noi. Per questo motivo si fa Uomo nel grembo di Maria. Sì, gli siamo cari, gli stiamo a cuore!”. Di qui l’esortazione: “Fratello terremotato, sorella senza casa: coraggio, non sei solo! Sei in buona compagnia. Sempre. E mai come in quest’ora! Dio è senza Casa! Che dici: lo accogli?”.