Messaggio

Natale: mons. Marcianò (ord. militare), “Difendere Betlemme, difendere Gerusalemme”

“Svuotare Betlemme del Natale di Gesù, svuotare Gerusalemme dalla sua dimensione santa è svuotare la storia umana, la vita umana, della sua dimensione trascendente, dell’Amore eterno che avvolge l’universo”: è quanto scrive mons. Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia, nel suo messaggio di Natale. La nascita di Gesù richiama alla mente la preoccupazione “per equilibri internazionali sempre più in pericolo. Una preoccupazione manifestata dal Messaggio Natalizio dei 13 Patriarchi cristiani di Terra Santa, i quali hanno chiesto che a Gerusalemme venga riconosciuto il suo essere ‘dono sacro, tabernacolo, terra sacra’ per il mondo intero”. Da qui l’appello dell’Ordinario militare agli uomini e alle donne delle Forze Armate Italiane: “siete chiamati a difendere la pace. E difendere la pace significa difendere i luoghi santi, come i tanti altri luoghi minacciati dalla guerra e dalla violenza, dall’intolleranza e dalle persecuzioni, dall’attacco alla dignità della persona e dalla violazione del creato, dall’abuso sui deboli e dallo sfruttamento dei poveri”. Difendere la santità dei luoghi, “perché non si svuotino del loro significato, che dona significato alla vita dell’uomo”. “La pace – scrive mons. Marcianò – richiede che al centro della storia ci sia l’uomo, ogni uomo, in ogni istante, quale che sia la stagione e la condizione della sua esistenza terrena, dal suo fragile inizio alla morte naturale. Difendere la pace è difendere la vita, soprattutto la vita dei poveri e dei deboli, dei piccoli e dei sofferenti, sempre più spesso vittima dell’odio dei violenti e dell’esclusione dei potenti, ma anche della manipolazione di una tecnologia senza limiti e persino del dominio di leggi dello Stato. Non torna la pace, se la Mangiatoia di Gesù Bambino non torna al centro di Betlemme. Non torna la pace, se la Croce di Cristo non torna al centro di Gerusalemme. Non torna la pace – conclude il messaggio – se l’uomo non viene riconosciuto come creatura e immagine di un Dio Amore, che lo desidera e lo custodisce, dall’eternità e per l’eternità”.