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“Chiesa in uscita vuol dire una Chiesa in stato di missione, che non guarda solo a se stessa, ma che ha sempre gli occhi rivolti a Gesù e al mondo che il Signore ha scelto come luogo di incarnazione e di missione”. Lo dice il card. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, in un’intervista pubblicata nell’ultimo numero di “Verona Fedele”, il settimanale della diocesi di Verona. L’occasione per avvicinare il porporato è stata data da una visita della Fondazione Cum a Manila per l’incontro dei missionari italiani. “In Asia – chiarisce il cardinale – siamo Chiesa di minoranza, un piccolo gregge. La nostra missione si compie nel dialogo, con umiltà, nel silenzio, come lievito del pane. Ci sono Paesi, penso alle Filippine o a Timor Est, dove i cristiani sono maggioranza ed è facile proclamare il Vangelo, ma in altri posti è pericoloso. La Chiesa in Asia è in uscita con il dialogo semplice della vita, nell’amicizia, nella testimonianza del Vangelo”. Parlando del ripòp del missionario oggi in Asia, Tagle ha evidenziato: “Per me la presenza di missionari non è solo un obbligo, ma una chiamata nella cuore della Chiesa. Nelle Filippine vediamo i frutti del lavoro dei missionari che arrivano dall’estero, ma adesso lo Spirito Santo chiama i filippini ad andare in altri Paesi per testimoniare. Non solo preti, non solo religiosi e religiose, ma anche laici. pensiamo ai migranti filippini che riempiono le chiese in tutto il mondo. Questo è il momento di una vera sfida missionaria per i laici filippini”.
Parlando della situazione del Continente asiatico, il porporato sottolinea: “La misericordia del Signore, il perdono è una parte del Vangelo molto difficile da vivere, specialmente in qualche zona dell’Asia, dove si verificano conflitti, guerre, abusi nei confronti di donne e bambini, situazioni inimmaginabili di povertà e ingiustizia con tanti rifugiati e vittime della tratta di esseri umani. La tentazione della vendetta è forte, ma abbiamo imparato dalla storia che non ci sarà pace nella società, non ci sarà sviluppo umano e sociale senza perdono e riconciliazione”. Questo, per il card. Tagle, “è un contributo unico dei cristiani: siamo rifiutati per la nostra proposta non razionale, perché il criterio del mondo è la vendetta, mentre il nostro criterio è il perdono”.