Società

Disarmo: Vian (L’Osservatore Romano), i “cattivi sogni” di Paolo VI e l'”ecologia integrale” di Francesco

“Il messaggio del Papa sull’urgenza del disarmo nucleare è l’ultimo di una serie ormai lunga d’interventi della Santa Sede”. A ricordarlo è il direttore de L’Osservatore Romano, Gian Maria Vian, nell’editoriale del numero in uscita domani. In particolare, Vian cita le parole pronunciate da Paolo VI, primo Papa a tenere un discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, vent’anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, con i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki: “Se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani. Non si può amare con armi offensive in pugno. Le armi, quelle terribili, specialmente, che la scienza moderna vi ha dato, ancor prima che produrre vittime e rovine, generano cattivi sogni, alimentano sentimenti cattivi, creano incubi, diffidenze e propositi tristi, esigono enormi spese, arrestano progetti di solidarietà e di utile lavoro, falsano la psicologia dei popoli”.

Un anno e mezzo più tardi le parole di Montini si facevano severe nell’enciclica Populorum progressio: “Ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi”. “I cattivi sogni e i propositi tristi descritti da Paolo VI sono sullo sfondo del ‘falso senso di sicurezza’, della ‘minaccia di una distruzione reciproca o di totale annientamento’, della paura e dell’isolazionismo di cui oggi il suo successore ribadisce la contraddittorietà ‘con lo spirito stesso delle Nazioni unite'”, commenta Vian a proposito del messaggio di oggi, in cui “Francesco sottolinea ancor più, con nuovo realismo, l’inadeguatezza della deterrenza nucleare nel rispondere a ciò che oggi minaccia la pace: terrorismo, sicurezza informatica, problematiche ambientali, povertà”. “E la novità dello sguardo del Pontefice, a cui si unisce la lettera del suo segretario di Stato sulla difesa della biodiversità e dei piccoli agricoltori, è quella della grande enciclica sociale Laudato si’”, conclude Vian: “Un testo capitale, che ha dimostrato come tutto sia connesso ‘in un’ottica di ecologia integrale’. Suscitando tra credenti e non credenti consensi e speranza che sarebbe stolto non ascoltare”.