Carcere
“Caro Papa Francesco, nel ricambiare l’ospitalità che ci hai accordato per il giubileo dei carcerati, ti invitiamo in questa casa circondariale e ti chiediamo di donarci il tuo affetto e il tuo amore”. Lo hanno scritto i detenuti dell’Ucciardone. Per realizzare il loro sogno hanno chiesto a mons. Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, di invitare il Pontefice. Proprio domenica 16 aprile, nel giorno di Pasqua, prima di celebrare il pontificale in cattedrale, il presule è andato a trovare i detenuti dell’Ucciardone in quella che chiama “la mia cattedrale”, perché proprio qui ha celebrato la sua prima Messa da vescovo di Palermo, e ha preso “in consegna” il loro invito al Papa. Al fianco di mons. Lorefice, il cappellano del carcere, fra Carmelo Saia, il provinciale dei cappuccini, fra Salvatore Zagona, il segretario dell’arcivescovo, don Salvatore Biancorrosso, e il diacono, don Francesco Salimeni. Presenti alla Messa, animata dalla Comunità dell’Amen, la direttrice Rita Barbera. “Sono venuto in mezzo a voi – ha detto il presule nell’omelia – per dire che Gesù è il giudice dei vivi e dei morti e che passa beneficando e risanando tutti coloro che stanno sotto il potere del diavolo, perché Dio è con Lui. Gesù è risorto”. “In questi giorni ho pensato di invitare a Palermo il Santo Padre – ha rivelato don Corrado – e oggi questo appello dei fratelli detenuti, risuona come una conferma”. Gli stessi detenuti avevano messo in scena, Venerdì Santo, una commovente Via Crucis all’interno delle mura della prigione.