Lutto

Card. Attilio Nicora: il ricordo di Franco Monaco, “obbedienza e disciplina” al servizio della Chiesa

“Giuseppe Lazzati mi rivelò di avere avuto una parte nell’indirizzare Nicora al sacerdozio, dopo che egli, in un primo tempo, si era accostato all’istituto secolare dei Milites Christi fondato appunto da Lazzati. Di quella spiritualità un po’ militare, nel senso più alto e apostolico del termine, egli conservava traccia”. Lo afferma Franco Monaco, deputato, già presidente diocesano dell’Azione cattolica ambrosiana ai tempi del cardinale Martini, a proposito del cardinale Attilio Nicora, scomparso sabato 22 aprile. “Ho un ricordo vivo del suo ministero a Milano… Come è noto, Nicora – confida Monaco al sito www.chiesadimilano.it – era uomo severo, che incuteva soggezione”. “Eppure, chi fosse riuscito a varcare oltre la soglia del suo austero riserbo, poteva rinvenire una sua insospettabile sensibilità. Due soli ricordi. Primo: quando confidava, con ironia, i due suoi amori un po’ frustrati (così diceva): quello per l’Azione cattolica e quello per la Dc. Per il secondo non so. Circa il primo si sbagliava, ma penso lo sapesse. Lo posso testimoniare per gli anni della mia presidenza diocesana dell’Ac. Da vescovo incaricato egli era certo severo; talvolta, quando ci prendevamo qualche libertà, magari ci sferzava e ci ammoniva. Ma come poteva fare un padre, quelli di una volta. Sapevamo, noi e lui, che ci voleva bene”.
Il secondo ricordo “risale al tempo breve del suo episcopato a Verona. Fui un po’ sorpreso e onorato quando egli mi chiamò a parlare dei laici alla grande assemblea dei suoi sacerdoti. Ma soprattutto, di quel giorno, rammento la sua amabile ospitalità nell’episcopio veronese, la suggestiva vista sull’Adige, che egli mi mostrava quasi con accenti lirici. Come del resto faceva, a Milano, dal suo appartamento con vista ravvicinata sulle guglie del Duomo”. Monaco sottolinea come Nicora si sia ampiamente dedicato ai “profili istituzionali” della Chiesa. “Anche questa una forma di evangelica povertà, che evidentemente si può testimoniare anche nelle logge vaticane. Di nuovo un indizio di quella spiritualità militare: obbedienza e disciplina nel tenere la posizione richiesta, con sacrificio di sé. Senza mai disertare”.