Società
Tre gruppi che l’Istat nel rapporto 2017 accomuna sotto l’etichetta “famiglie benestanti”. Le “famiglie di impiegati” sono il gruppo più numeroso in termini di individui, tra le nuove categorie descritte dall’Istituto di statistica. Comprendono 12,2 milioni di persone (un quinto della popolazione) e 4,6 milioni di famiglie, nella metà dei casi coppie con figli ancora in casa. In quattro casi su dieci la persona di riferimento per il reddito è una donna. È un gruppo molto caratterizzato e omogeneo (anche se per un quarto comprende lavoratori in proprio, tra cui un 6,4% di stranieri), con una forte presenza di impiegati della pubblica amministrazione. Il titolo di studio è elevato, il reddito medio equivalente superiore del 14% alla media nazionale. Il rischio di povertà è relativamente basso (9,5%) e in situazione di grave privazione si trova solo il 3,5%, analogamente al gruppo “pensioni d’argento” (3,6%), così definito per distinguerlo dalle cosiddette “pensioni d’oro”. In questo secondo gruppo sono compresi 4,6 milioni di individui per 1,8 milioni di famiglie, di cui un terzo di coppie senza figli (forse già usciti dal nucleo). L’età media della persona di riferimento è di 64,6 anni, con un livello d’istruzione alto. È un gruppo molto omogeneo, a reddito elevato, in otto casi su dieci vive in una casa di proprietà. Basso rischio di povertà: 6.1%.
Nel gruppo “classe dirigente” l’Istat colloca 1,8 milioni di famiglie (7,2% del totale, 2,46 componenti in media), pari a 4,6 milioni di individui. Il reddito equivalente è superiore del 70% alla media nazionale ed è pari al 12,2% del reddito totale. La persona di riferimento ha in media 56,2 anni e possiede un titolo di studio universitario.