Politica

Consiglio europeo: migrazioni, nelle “Conclusioni” l’impegno per un “approccio globale”. Gentiloni, “ok, ma parole non bastano”

Bruxelles: la nuova sede del Consiglio europeo

(Bruxelles) Due delle tredici pagine di “Conclusioni” del Consiglio europeo, terminato oggi pomeriggio a Bruxelles, sono dedicate alle migrazioni. Su questo capitolo del vertice, il premier italiano Paolo Gentiloni ha affermato: “Credo che l’Italia possa essere soddisfatta dalle conclusioni raggiunte, anche se sappiamo bene che i problemi con cui ci dobbiamo confrontare non si risolvono con le conclusioni di un documento del Consiglio europeo”. Il quale, afferma il documento, “mantiene il suo impegno a favore dell’approccio globale dell’Ue alla migrazione, del controllo efficace delle frontiere esterne al fine di contenere e prevenire i flussi illegali e della riforma del sistema europeo comune di asilo, nonché di un’attuazione piena e non discriminatoria della dichiarazione Ue-Turchia in tutti i suoi aspetti e nei confronti di tutti gli Stati membri”. “Sarà portata avanti la vigilanza su tutte le rotte migratorie, tra cui quella dei Balcani occidentali. Continueremo a rafforzare e a sfruttare appieno le capacità operative della Guardia di frontiera e costiera europea e delle altre agenzie. Un controllo efficace delle frontiere esterne dovrebbe consentire di eliminare i controlli temporanei alle frontiere interne”.
A sostegno dell’Italia, e richiamando gli Stati membri che non fanno la loro parte sul piano dei ricollocamenti e del fondo per l’Africa, si sono espressi i vertici Ue: Tusk (Consiglio europeo), Juncker (Commissione), Muscat (Consiglio dei ministri). Nelle Conclusioni si legge ancora: “Le perdite di vite umane e i persistenti flussi di migranti soprattutto economici sulla rotta del Mediterraneo centrale costituiscono una sfida strutturale e continuano a destare gravi e urgenti preoccupazioni. L’Ue e i suoi Stati membri dovranno ripristinare i controlli per evitare un peggioramento della crisi umanitaria”. È inoltre necessaria “una cooperazione costante e rafforzata con i Paesi di origine e di transito, nonché il potenziamento della cooperazione regionale nelle attività di ricerca e soccorso, che costituisce tuttora una priorità elevata”. La cooperazione con i Paesi di origine e di transito “deve essere rafforzata al fine di contenere la pressione migratoria alle frontiere terrestri della Libia e di altri paesi limitrofi”.