Ambiente

Giornata del creato: vescovi Usa, servono “rivoluzione energetica” e “atti di misericordia”

(da New York) Mentre si fa la conta delle vittime e dei danni dell’uragano Harvey , i vescovi statunitensi in occasione della Giornata del creato chiedono una “rivoluzione energetica” al Paese. In particolare invitano tutti a ridurre il consumo di energia e l’emissione di inquinanti e insistono sulla necessità di “investimenti in infrastrutture e tecnologie che garantiscano la sostenibilità per l’ambiente”. La lettera scritta dal vescovo Frank J. Dewane, presidente della Commissione per la giustizia e lo sviluppo umano, e dal vescovo Oscar Cantú, presidente della Commissione sulla giustizia internazionale e la pace, spiega che “il primo settembre la Chiesa inizia la stagione della creazione fino al 4 ottobre festa di san Francesco”, un tempo in cui tutti, qualunque sia la fede di appartenenza, sono invitati ad atti concreti “di misericordia e tenerezza verso la Terra, nostra casa comune”. I vescovi, riferisce il Sir, sollecitano un esame di coscienza personale e istituzionale per le “tante azioni, grandi e piccole, che contribuiscono al degrado del mondo” e ricordano tutti i lavoratori dell’industria energetica “dai minatori agli ingegneri solari, ai legislatori per concludere con gli scienziati”. Ma è soprattutto ai leader politici che chiedono di “prevedere, a seguito delle innovazioni energetiche, disposizioni che consentano la riqualificazione dei lavoratori” e sollecitano i governanti ad “essere veri amministratori della casa comune e del bene comune”. Il 25 agosto scorso i vescovi avevano già scritto al Senato contestando il taglio dei finanziamenti alle agenzie di tutela dell’ambiente e al programma di salvaguardia delle acque e dei Parchi Nazionali. “Avete l’obbligo di considerare le crescenti pressioni sulle risorse ambientali e garantire impegni finanziari proporzionati per le agenzie che li proteggono, in particolare per rispetto ai più poveri” avevano dichiarato senza mezzi termini, ricordando ancora una volta che “il bilancio federale è un documento morale” per le conseguenze che avrà sui cittadini e sul territorio.