Viaggio apostolico

Papa in Colombia: Areiza (Ciudad Don Bosco Medellín), “bambini soldato continuano ad arrivare, necessario un grande processo educativo”

James Areiza

A lungo hanno sperato che il Papa li andasse a trovare. Non è stato possibile, ma l’attesa per l’arrivo del Papa è ugualmente grande nella Ciudad Don Bosco di Medellín, gestita dai Salesiani e diretta da padre Rafael Bejarano. “Assieme agli ex bambini soldato ospitati nella nostra struttura saremo tutti presenti alla messa”, spiega al Sir James Areiza, coordinatore generale dei programmi di protezione e prevenzione della struttura. La Ciudad Don Bosco è un luogo singolare. Qui è attivo da oltre 15 anni un progetto “CAE Construyendo Sueños”, che ha reinserito socialmente circa 2.500 bambini soldato fuggiti dalla guerriglia (Farc o Eln) o catturati dall’esercito, i cosiddetti desvinculados. La percentuale di reinserimento positivo, per questi ragazzi, arriva all’85% e per raccontare l’esperienza è stato girato anche un film, presentato in Italia lo scorso anno grazie a Missioni Don Bosco. Areiza ci spiega che “negli ultimi mesi continuano a proseguire arrivi di minori desvinculados soprattutto dall’Eln, mentre sono naturalmente cessati quelli delle Farc. Molti però i minori rimasti fino all’ultimo nella guerriglia, i cosiddetti desmovilizados, che ora stanno uscendo dalle zone di raggruppamento”. Alcuni di questi giungono anche nella Ciudad Don Bosco: “È importante che studino, si va in cerca dei loro familiari…”. Per gli ex bambini soldato ospiti della struttura “il cammino è lungo, può durare anni. La prima tappa è l’educazione al rapporto con l’altro, poi creiamo amicizia e fiducia, poi accanto al processo comunitario introduciamo lo studio, la formazione professionale, la capacità di prendere in mano la propria vita. La nostra è una pedagogia della speranza”. E proprio una grande speranza è quella che porta papa Francesco: “L’accordo di pace ha aperto un cammino, anche se ci vorrà molto tempo. È importante aprire spazi di riconciliazione e di perdono, è bello vedere che le prime a rendersene conto sono le vittime”. Certo conclude Areiza, i problemi non mancano: “Ci stiamo rendendo conto ad esempio della grande corruzione. Inoltre, se la guerriglia perde la sua capacità di reclutamento, non altrettanto avviene per le bande criminali, le cosiddette Bacrim, molto presenti qui a Medellín. Per questo qui alla Ciudad Don Bosco è attivo un altro progetto, che si chiama ‘Derecho a soñar’, che cerca di fare prevenzione nei quartieri della città, prima che i giovani vengano reclutati o diventino vittime di sfruttamento sessuale”.