Omelia

Carlo Caffarra: funerali a Bologna. Mons. Zuppi, “silenziosamente, ma con tanta predilezione, ha amato i poveri, che aiutava e difendeva”

“Ha amato Bologna e la sua Chiesa e la città, con passione e dedizione, senza riserve, fino allo sfinimento fisico. Silenziosamente, ma con tanta predilezione, ha amato i poveri, che aiutava e difendeva”. Lo ha detto l’arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Zuppi, durante l’omelia delle esequie del cardinale Carlo Caffarra che ha presieduto questa mattina in cattedrale. Il presule ha ricordato le passioni del cardinale per la musica e la letteratura. “Guareschi era una delle sue passioni – lo aveva sul comodino – anche perché il cardinale era capace di unire riflessione teologica e morale con tanta conoscenza letteraria, storica e anche musicale”, ha spiegato Zuppi. Dall’arcivescovo una sequenza di “grazie” al porporato scomparso nei giorni scorsi “per come ha vissuto i suoi tre amori: i sacerdoti, le famiglie, i giovani”, per “l’insegnamento e per l’Istituto Giovanni Paolo II”, per “la difesa della famiglia, per i tanti contributi mai scontati, sempre capaci di interrogare la coscienza perché frutto di ricerca vigile e inquieta”. E, ancora, perché “maestro che non legava gli allievi a sé o alle proprie idee, ma come ‘padre nel cuore’ li aiutava a guardare insieme a una verità più grande, da amare, ricercare e onorare senza calcoli umani, compiacenze, false indulgenze o riserve” e per “il servizio pastorale e la paternità nelle Chiese di Ferrara e Bologna, comunità che ha amato e conosciuto attentamente, con le tante visite e la sempre pronta disponibilità, in maniera personale e diretta, non a distanza. Le girava in bicicletta finché gli è stato permesso”. Infine, un grazie per “il suo servizio alla Chiesa universale nei vari dicasteri della Santa Sede, in particolare per la collaborazione lunga e ricca con Papa Benedetto XVI”.