Formazione

Lavoro: Senigallia, seminario Mcl. Gatti (Settimane sociali), “Cagliari occasione per avviare un processo di aggregazione e nuova energia”

“È soltanto il lavoro a consentire il progresso dei popoli; dove non c’è lavoro si ha populorum regressio non progressio”: è quanto ha affermato Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse e vice presidente del Comitato organizzatore delle Settimane sociali, intervenuto questa mattina al seminario nazionale del Mcl a Senigallia. Tra i partecipanti esperti del mondo del lavoro, del panorama ecclesiale, accademico e politico che si sono confrontati sul tema del lavoro attraverso relazioni e interventi contenenti proposte e linee di indirizzo. Riferendosi ai lavori preparatori della Settimana sociale di Cagliari, Gatti ha sottolineato come il percorso sia stato concentrato su alcuni “puntelli” fondamentali che “hanno rappresentato il leit motiv del cammino preparatorio”: in primis la scelta di tenere presenti, come riferimento costante, “i volti, la vita, la storia delle persone. Una storia che ha quali protagonisti il lavoro, la famiglia, la capacità di resilienza”. Essenziale, ha ribadito Gatti, è comprendere che “la Settimana sociale non è un semplice convegno – che altrimenti non avrebbe aggiunto nessun valore né tantomeno avrebbe possibilità di incidere sulla realtà delle cose -: Cagliari è un momento di passaggio che vogliamo serva ad avviare un processo di aggregazione e di nuova energia”.
“Noi – ha continuato Gatti – non vogliamo solo lamentarci ma vogliamo dare luce e voce a ciò che autonomamente le famiglie, le istituzioni locali, le imprese riescono a fare in questo momento. Ci sono tante buone pratiche che indicano dei cambiamenti in atto, le buoni leggi esistono come pure la capacità di attuarle e farle funzionare: ma, dal mondo della scuola a quello delle imprese, sono pratiche che non guadagnano le prime pagine dei giornali ma sono pur sempre l’indice di una ricchezza di carattere da cui ripartire”. “Occorre formare delle personalità solide; impostare in maniera corretta, convinta e produttiva l’alternanza scuola-lavoro; sostenere concretamente forme di impresa che puntino a realizzare e tradurre in comportamenti reali le attitudini virtuose delle persone. Dobbiamo invertire la rotta di un sistema che corre al ribasso del costo del lavoro, e che provoca anche guerre di massa. Soprattutto noi, in Italia, dobbiamo investire sulla qualità e ridare dignità agli esclusi e agli scartati”.