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Papa in Colombia: incontro clero, “essere stati chiamati non ci dà un certificato di buona condotta”. “Guai a religiosi con la faccia da francobollo!”

“Chi non conosce le Scritture, non conosce Gesù. Chi non ama le Scritture, non ama Gesù”. Incontrando il clero a Medellín, il Papa ha esortato a “una lettura orante della Parola”: “Che tutto il nostro studio – l’auspicio di Francesco – ci aiuti ad essere capaci di interpretare la realtà con gli occhi di Dio, non sia uno studio evasivo rispetto a ciò che vive la nostra gente e neppure segua le onde delle mode e delle ideologie. Che non viva di nostalgie e non voglia ingabbiare il mistero; non cerchi di rispondere a domande che nessuno si pone per lasciare nel vuoto esistenziale quelli che ci interpellano dalle coordinate dei loro mondi e delle loro culture”. Il carburante, per il Papa, è la preghiera, che “ci libera dalla zavorra della mondanità, ci insegna a vivere in modo gioioso, a scegliere tenendoci lontani dalla superficialità, in un esercizio di autentica libertà. Ci toglie dalla tendenza a centrarci su noi stessi, nascosti in un’esperienza religiosa vuota, e ci conduce a porci con docilità nelle mani di Dio per compiere la sua volontà e corrispondere al suo progetto di salvezza”. “Siamo uomini e donne riconciliati per riconciliare”, ha esclamato Francesco: “Essere stati chiamati non ci dà un certificato di buona condotta e impeccabilità; non siamo rivestiti di un’aura di santità”. “Guai ai religiosi e alle religiose con la faccia da francobollo!”, ha aggiunto a braccio: “Tutti siamo peccatori e abbiamo bisogno del perdono e della misericordia di Dio per rialzarci ogni giorno. Ci purifica perché possiamo portare frutto. Così è la fedeltà misericordiosa di Dio con il suo popolo, di cui siamo parte. Lui non ci abbandonerà mai sul bordo della strada. Dio fa di tutto per evitare che il peccato ci vinca e chiuda le porte della nostra vita a un futuro di speranza e di gioia”.