Vocazioni
Le vocazioni in Colombia generano frutti “in ambienti pieni di contraddizioni, di chiaroscuri, di situazioni relazionali complesse”. Lo ha detto il Papa, incontrando al Centro eventi “La Macarena” di Medellín i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i consacrati e le consacrate, i seminaristi e le loro famiglie, ascoltando tre testimonianze. “Ci piacerebbe avere a che fare con un mondo, con famiglie e legami più sereni, ma siamo dentro questa crisi culturale, e in mezzo ad essa, tenendo conto di essa, Dio continua a chiamare”, l’analisi di Francesco, secondo il quale “sarebbe quasi illusorio pensare che tutti voi avete ascoltato la chiamata del Signore all’interno di famiglie sostenute da un amore forte e pieno di valori come la generosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza. Alcune, Dio voglia molte, saranno così. Ma tenere i piedi per terra vuol dire riconoscere che i nostri percorsi vocazionali, il sorgere della chiamata di Dio, ci trova più vicino a ciò che riporta la Parola di Dio e che ben conosca la Colombia: un sentiero di sofferenza e di sangue”. “Fin dall’inizio è stato così: Dio manifesta la sua vicinanza e la sua elezione, cambia il corso degli avvenimenti chiamando uomini e donne nella fragilità della storia personale e comunitaria”, ha ricordato il Papa: “Non abbiamo paura, in questa terra complessa, Dio ha sempre fatto il miracolo di generare buoni grappoli, come le buone focacce a colazione”. “La nostra chiamata dev’essere nella verità”, ha ammonito Francesco: “Non può avvenire, se siamo tralci di questa vite, se la nostra vocazione è innestata in Gesù, per l’inganno, la doppiezza, le scelte meschine”. “Quando i percorsi non sono alimentati da questa vera linfa che è lo Spirito di Gesù, allora facciamo esperienza dell’aridità e Dio scopre con tristezza quei polloni già morti”, ha assicurato il Papa.