Religiosi

Papa in Colombia: incontro clero, “le vocazioni muoiono quando vogliono salire di categoria”. “Il diavolo entra dal portafoglio”, no a “corruzione”

“Le vocazioni di speciale consacrazione muoiono quando vogliono nutrirsi di onori, quando sono spinte dalla ricerca di una tranquillità personale e di promozione sociale, quando la motivazione è ‘salire di categoria’, attaccarsi a interessi materiali, che arriva anche all’errore della brama di guadagno”. È il forte monito al clero colombiano, lanciato dal Papa dal Centro “La Macarena” di Medellín, luogo dell’incontro col clero. “Il diavolo entra dal portafoglio, sempre”, ha ribadito Francesco: “Questo non riguarda solo gli inizi, tutti dobbiamo stare attenti perché la corruzione negli uomini e nelle donne che sono nella Chiesa comincia così, poco a poco, e poi – lo dice Gesù stesso – mette radici nel cuore e finisce per allontanare Dio dalla propria vita”. “Non potete servire Dio e la ricchezza”, si legge nel Vangelo: “Non possiamo approfittare della nostra condizione religiosa e della bontà della nostra gente per essere serviti e ottenere benefici materiali”, il commento del Papa, secondo il quale “ci sono situazioni, atteggiamenti e scelte che mostrano i segni dell’aridità e della morte: non possono continuare a rallentare il flusso della linfa che nutre e dà vita! Il veleno della menzogna, delle cose nascoste, della manipolazione e dell’abuso del popolo di Dio, dei più fragili e specialmente degli anziani e dei bambini non può trovare spazio nella nostra comunità”. “Daremo frutto, e in abbondanza, come il chicco di grano, se siamo capaci di donarci, di dare liberamente la vita”, la ricetta di Francesco: “In Colombia abbiamo esempi del fatto che questo è possibile”, ha detto citando santa Laura Montoya, “una religiosa mirabile le cui reliquie sono qui con noi e che da questa città si è prodigata in una grande opera missionaria in favore degli indigeni di tutto il Paese. Quanto ci insegna questa donna consacrata nella dedizione silenziosa, vissuta con abnegazione, senza altro interesse che manifestare il volto materno di Dio!”. Poi la menzione del beato Mariano di Gesù Euse Hoyos, uno dei primi alunni del Seminario di Medellín, e di “altri sacerdoti e religiosi colombiani, i cui processi di canonizzazione sono stati introdotti; come pure tanti altri, migliaia di colombiani anonimi che nella semplicità della loro vita quotidiana hanno saputo donarsi per il Vangelo e di cui conserverete la memoria e vi saranno di stimolo nella vostra dedizione”.