Diritto canonico
Secondo il motu proprio “Magnum principium”, che Papa Francesco ha voluto per la modifica del Codice di diritto canonico riguardante l’uso delle lingue volgari nella liturgia, il can. 838 andrà letto come segue: § 1. “Regolare la sacra liturgia dipende unicamente dall’autorità della Chiesa: ciò compete propriamente alla Sede apostolica e, a norma del diritto, al vescovo diocesano”; 2. “È di competenza della Sede apostolica ordinare la sacra liturgia della Chiesa universale, pubblicare i libri liturgici, rivedere gli adattamenti approvati a norma del diritto dalla Conferenza episcopale, nonché vigilare perché le norme liturgiche siano osservate ovunque fedelmente”; § 3. “Spetta alle Conferenze episcopali preparare fedelmente le versioni dei libri liturgici nelle lingue correnti, adattate convenientemente entro i limiti definiti, approvarle e pubblicare i libri liturgici, per le regioni di loro pertinenza, dopo la conferma della Sede apostolica”; § 4. “Al vescovo diocesano nella Chiesa a lui affidata spetta, entro i limiti della sua competenza, dare norme in materia liturgica, alle quali tutti sono tenuti”.
Lo stesso motu proprio stabilisce che le modifiche del canone 838 abbiano conseguenze sull’art. 64 § 3 della Costituzione apostolica Pastor Bonus e sulle altre leggi, in particolare quelle contenute nei libri liturgici, in materia di traduzioni e adattamenti. Il Papa infine chiede che la Congregazione per il culto divino modifichi il proprio “Regolamento” in base alla nuova disciplina e aiuti le Conferenze episcopali ad espletare il loro compito e “si adoperi per promuovere sempre di più la vita liturgica della Chiesa latina”. Le disposizioni contenute nel motu proprio, datato 3 settembre, entreranno in vigore il 1° ottobre 2017.