Nota

Abusi: mons. Cibotti (Isernia-Venafro), “chiedo perdono a nome della Chiesa”

“Desidero chiedere perdono a nome di tutta la Chiesa diocesana: a chi soffre nel presente e a chi ha un passato di profondo dolore, alle singole persone e alle loro famiglie, alle comunità parrocchiali coinvolte in vario modo”. Lo scrive in una nota mons. Camillo Cibotti, vescovo di Isernia-Venafro, in riferimento a presunti casi di pedofilia, in cui sarebbero coinvolti sacerdoti della diocesi. “Chiedo perdono per le vicende passate e per quelle che hanno ancora forti ripercussioni nel presente”, aggiunge. Il presule si rivolge “a coloro che hanno visto la loro vita segnata per sempre”, lanciando un messaggio: “Sappiano di trovare in me e nella Chiesa che mi onoro di servire ascoltatori attenti, disponibili a fare la propria parte fino in fondo e a indirizzare alla magistratura, lì dove le competenze del solo Tribunale Ecclesiastico non fossero sufficienti”. Poi mons. Cibotti cita Papa Francesco: “Seguendo l’esempio di Sua Santità ho agito in comunione con lui. Perciò, ora posso dirlo a chiare lettere: a proposito dei fatti in questione anche se penalmente non ci fosse rilevanza, canonicamente siamo in dovere di prendere provvedimenti disciplinari, perché non possiamo accettare fraintendimenti”. Quindi l’annuncio: “Sappiate che sono stati avviati o in procinto di esserlo dei procedimenti canonici”. “Tuttavia questo non mi impedisce di guardare con misericordia i sacerdoti coinvolti in queste vicende e i confratelli che hanno attraversato esperienze simili – aggiunge -. La nostra fragilità non toglie nulla al Vangelo e alla sua capacità di servire la felicità della persona; la nostra fragilità non impedisce a Dio di operare cambiamenti e conversione anche nel cuore di chi sbaglia”.