Nota
“La Chiesa di cui sono padre nella fede e della quale mi sento figlio sceglie di stare senza se e senza ma dalla parte delle vittime, siano esse singole persone o intere comunità ecclesiali, e di trattare secondo giustizia i responsabili”. Lo scrive in una nota mons. Camillo Cibotti, vescovo di Isernia-Venafro, in riferimento a presunti casi di pedofilia, “fatti che hanno visto coinvolti in vario modo dei sacerdoti di questa diocesi”. “Queste vicende mi addolorano profondamente proprio per questo: perché tornano a far sanguinare una ferita tuttora aperta – afferma il presule -. Sebbene sia qui da poco più di tre anni, posso dire di conoscere quanto accaduto in passato: conosco i fatti che sono documentati e conosco anche tutto il cammino che questa Chiesa ha fatto e continua a compiere nello scegliere la verità e la trasparenza”. Mons. Cibotti lancia un messaggio chiaro e di trasparenza. “La Chiesa che mi onoro di servire sa guardarsi dentro e fare i conti con i propri errori”. E spiega il perché del “silenzio”, “almeno in una prima fase”: “Ho ritenuto fondamentale tutelare la riservatezza, verificare l’attendibilità, collaborare con la magistratura nel vagliare le responsabilità personali. Ho ascoltato il più possibile: i sacerdoti coinvolti in varie forme, i fedeli della parrocchia presenti in alcuni dei fatti accaduti, altre persone interessate per vari motivi”. “Non ho potuto confrontarmi solo con chi ha scelto la via mediatica, a scapito della possibilità di dialogo e di collaborazione – aggiunge -. Ma, nonostante questo, la mia scelta è stata chiara fin dal principio: ho cercato un costante confronto con la magistratura”.