"Liberi di partire, liberi di restare"

Migranti: don De Robertis (Migrantes), “dobbiamo restituire loro la dignità di esseri umani”

“Se conoscessimo veramente i volti dei migranti, sarebbe più difficile accettare che continuino ad annegare al largo delle nostre coste o che siano torturati e stuprati in Paesi poco lontani”. Ne è convinto don Gianni De Robertis, direttore della Fondazione Migrantes, per il quale “occorre ascoltare quello che hanno da dirci, permettere loro di parlare”. “Dobbiamo restituire dignità di esseri umani, creati ad immagine e somiglianza di Dio, a questi nostri fratelli e fare in modo che nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità, si sentano parte e non oggetto”, sottolinea don De Robertis in un’intervista pubblicata sul sito della campagna “Liberi di partire, liberi di restare” promossa dalla Cei. “In Italia – denuncia – spesso accogliere significa parcheggiare in un grande centro dove però non si costruisce futuro né per gli immigrati né per il nostro Paese. Credo che la cattiva accoglienza sia uno dei motivi per cui molti italiani sono ostili”. “Papa Francesco ci ripete che non basta accogliere, ma che c’è un prima e un dopo”, ribadisce il direttore di Migrantes ricordando che “don Tonino Bello parlava del samaritano dell’ora giusta per dire che non è sufficiente raccogliere il ferito picchiato dai briganti, ma che bisogna anche rendersi conto del perché è successo, di come si può rendere sicura la strada”. Secondo De Robertis, occorre dunque “andare alle radici e la campagna ha proprio questo obiettivo, oltre a quello di offrire delle prospettive”.