Seminario
Le adozioni internazionali sono crollate sia “per i maggiori filtri posti a un settore che non ne aveva abbastanza” sia per “l’insorgere del fenomeno del ‘colorism’”, cioè della discriminazione in base alla tonalità di colore della pelle. Lo ha sottolineato Luigi Zoja, saggista e psicanalista, per il quale anche in Italia, “scioccamente ritenuto un Paese non razzista, questo fatto doveva suonare come un campanello di allarme in quanto manifestava una pancia intollerante”. Nella sua relazione al seminario di studio sul tema “Un cuore largo. La provocazione del figlio unico”, promosso nell’ambito della Cattedra Gaudium et Spes del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia dell’Università Lateranense, Zoja ha poi proposto “la nascita della ‘generazionologia’ cioè di una disciplina che studi il passaggio di competenze, saperi, valori, da una generazione all’altra, che appare sempre più necessaria vista la rapidità dei cambiamenti in atto”. Concludendo i lavori, Gian Carlo Blangiardo, demografo, ha evidenziato che pur con le dovute differenze (per la Cina il figlio unico è stato una scelta imposta, con pesanti conseguenze; per l’Italia una libera scelta dovuta a molteplici fattori) la famiglia resta fondamentale per il sano sviluppo delle persone e della società in senso ampio.