Regolamentazione

Global compact: Guterres (Onu), “dissipare miti e menzogne” sulle migrazioni

(da New York) “Dissipare miti e menzogne”. Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha aperto con queste parole la Conferenza di Marrakesh, il 10 dicembre, sull’approvazione del Global compact for migration, una piattaforma sulla regolamentazione della migrazione, che in questi mesi è stata oggetto di menzogne, pubbliche defezioni (come quella degli Usa e al fotofinish anche quella dell’Italia), falsità. Il segretario generale comincia elencando i miti. Il primo sostiene che “il patto consentirà alle Nazioni Unite di imporre politiche migratorie agli Stati membri, violando la loro sovranità”. “Falso”, dichiara, perchè il Compact non è un trattato e quindi non è giuridicamente vincolante ma offre un quadro per la cooperazione internazionale lasciando agli Stati la libertà di determinare la politica migratoria. Il secondo mito da smentire attribuisce al patto un nuovo diritto alla migrazione in cui a tutti è permesso di scegliere dove andare e quando andare. In realtà nel Global compact si afferma che i migranti dovrebbero godere di tutti i diritti previsti dalla Dichiarazione universale, indipendentemente dal loro status. Il terzo mito vuol far credere che la migrazione è essenzialmente un movimento di persone dal sud al nord. Anche questa è una menzogna per Gutierres, poiché la più ampia migrazione è quella da sud a sud, come ad esempio in Africa dove gli africani si spostano nei Paesi confinanti e solo in minima parte verso l’Europa.

“I Paesi sviluppati non hanno bisogno di migrazione” è la sintesi del quarto mito. E qui il segretario dell’Onu ricorre a un’esperienza personale: la madre di 95 anni ha bisogno di assistenza domiciliare 24 ore al giorno. Ad offrire questo servizio non sono i portoghesi ma tanti migranti, seppure il Portogallo non si annoveri tra i Paesi più ricchi del mondo. “Nei molti luoghi in cui la fertilità è in declino e l’aspettativa di vita è in aumento, le economie ristagneranno e le persone soffriranno senza migrazione” continua il segretario dell’Onu. L’invito è di non soccombere alla paura o alle false narrazioni, consapevoli che vanno affrontate le radici del malcontento e della disparità, ma “per società più forti, più resilienti, arricchite e non minacciate dalla diversità” occorre investire nella coesione a livello politico, economico, sociale e culturale.