Liturgia

Papa Francesco: messa per la festa della Madonna di Guadalupe, “rimanere in piedi in mezzo alle tempeste”

“Rimanere in piedi in mezzo alle tempeste”. Così il Papa ha sintetizzato l’insegnamento di Maria, nell’omelia della Messa celebrata questa sera, nella basilica di San Pietro, in occasione della festa liturgica della beata Vergine Maria di Guadalupe, patrona dell’America Latina. “Alla scuola di Maria – ha spiegato Francesco nell’omelia, tenuta in spagnolo – impariamo a stare in cammino per arrivare dove dobbiamo stare: ai piedi di tante vite che hanno perduto o a cui è stata rubata la speranza. Alla scuola di Maria impariamo a camminare nel quartiere e nella città non con la banchetta di soluzioni magiche, risposte istantanee ed effetti immediati; non a forza di promesse fantasiose di uno pseudo progresso che, poco a poco, logora ed usurpa le identità culturali e familiari, e mina il tessuto vitale che ha sostenuto i nostri popoli, con l’intento pretenzioso di stabilire un pensiero unico e uniforme”. “Camminare nella città dove nutriamo il cuore con la ricchezza multiculturale che abita il continente”, l’imperativo del Papa per l’America Latina, chiamata ad “ascoltare il cuore nascosto che palpita nei nostri popoli e che custodisce il sentire di Dio e della sua trascendenza, la sacralità della vita, il rispetto per la creazione, i legami di solidarietà, l’allegria dell’arte del buon vivere e la capacità di essere felici e di fare festa senza condizioni”. “Alla scuola di Maria impariamo che la sua vita non è stata marcata dal protagonismo, ma dalla capacità di far sì che gli altri siano protagonisti”, ha sintetizzato Francesco. “Il Signore non cerca l’applauso egoista o l’ammirazione mondana”, il monito: “Alla scuola di Maria apprendiamo quel protagonismo che non ha bisogno di umiliare, maltrattare, disprezzare o prendersi gioco degli altri per sentirsi forte o importante; che non ricorre alla violenza fisica o psicologica per sentirsi sicuro e protetto”. “L’autentico protagonismo”, insegna la Madonna, è “restituire dignità a tutti coloro che sono caduti, e farlo con la forza onnipotente dell’amore divino, che è la forza irresistibile della sua promessa di misericordia”. Di qui la necessità di fuggire la tentazione del dare protagonismo “alla forza dell’intimidazione e del potere, al grido del più forte o di farsi valere in base alla menzogna e alla manipolazione”.