Padre Nostro
“Gesù, nella preghiera, non vuole spegnere l’umano, non lo vuole anestetizzare. Non vuole che smorziamo le domande e le richieste imparando a sopportare tutto. Vuole invece che ogni sofferenza, ogni inquietudine, si slanci verso il cielo e diventi dialogo”. A precisarlo è stato il Papa, nella seconda catechesi dedicata al Padre Nostro. “Avere fede, diceva una persona, è un’abitudine al grido”, la definizione di Francesco, secondo il quale “dovremmo essere tutti quanti come il Bartimeo del Vangelo – il figlio di Timeo – quell’uomo cieco che mendicava alle porte di Gerico”. “Intorno a sé aveva tanta brava gente che gli intimava di tacere – stai zitto non disturbare, il maestro ha tanto da fare, sei fastidioso con le tue grida – di non disturbare il Maestro con le sue grida fastidiose”, ha raccontato il Papa: “Ma lui non ascoltava quei consigli: con santa insistenza, pretendeva che la sua misera condizione potesse finalmente incontrare Gesù. E gridava più forte: e la gente educata, ‘no per favore, fai una brutta figura’, lui gridava perché voleva vedere, voleva essere guarito: ‘Gesù, abbi pietà di me!’. Gesù gli ridona la vista, e gli dice: ‘La tua fede ti ha salvato’, quasi a spiegare che la cosa decisiva per la sua guarigione è stata quella preghiera, quella invocazione gridata con fede, più forte del ‘buonsenso’ di tanta gente che voleva farlo tacere”.