Diritti umani
“In Venezuela c’è una situazione particolare perché non c’è un conflitto ideologico, etnico, razziale o religioso. È il collasso completo di una Stato in mano a mafia, narcotraffico e terrorismo”. Lo ha affermato questa mattina il dissidente venezuelano Lorent Saleh, membro dell’Opposizione democratica venezuelana e vincitore del Premio Sacharov 2017, intervenendo all’auditorium del Palazzo delle Esposizioni di Roma all’evento su “diritti umani e libertà fondamentali” promosso dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia in concomitanza con la consegna a Strasburgo del Premio Sacharov, assegnato quest’anno al regista ucraino Oleg Sentsov. Come un fiume in piena, Saleh racconta i suoi “4 anni, 1 mese e 7 giorni in carcere e ancora non mi hanno processato, sono in attesa di giudizio”. Il dissidente venezuelano festeggia proprio oggi i due mesi dalla liberazione dalla prigione e dal trasferimento in Spagna, dove vive a Madrid. “Non è facile neanche per me crederci che sono qui”, ha rivelato, spiegando che “in Europa non capiamo cosa sta succedendo in Venezuela. Non riusciamo a capire qual è la situazione”. “Da lontano – ha proseguito -, le cose è difficile vederle, anche per gli stessi venezuelani. Succedono tante cose, la catastrofe è tale che è difficile vedere tutto”. Soprattutto è “difficile capire la natura del regime” al potere nel Paese, “stiamo parlando dello Stato del terrore” nel quale il “terrorismo internazionale finanzia persone che si appropriano del potere politico per riciclaggio di denaro sporco, per commettere reati”. “Non sono politici, ma criminali, terroristi. E noi venezuelani siamo in stato di sequestro”. “Con i criminali non si dialoga, devono essere condotti davanti alla giustizia”.