Diritti umani
“In Venezuela non c’è opposizione né governo, c’è un gruppo di criminali al potere che tiene sottomessa la popolazione civile attraverso la violenza, attraverso la paura”. Lo ha affermato questa mattina il dissidente venezuelano Lorent Saleh, membro dell’Opposizione democratica venezuelana e vincitore del Premio Sacharov 2017, intervenendo a Roma all’evento su “diritti umani e libertà fondamentali” promosso dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia in concomitanza con la consegna a Strasburgo del Premio Sacharov, assegnato quest’anno al regista ucraino Oleg Sentsov. Raccontando la situazione del Venezuela, Saleh ha ricordato che “oggi ci sono leader in esilio, prigionieri, perseguitati, vessati, disperati che cercano di ottenere degli aiuti”. Il dissidente si è chiesto: “quanti altri morti ci vorranno, quanti giovani dovranno ancora morire? Qual è la prospettiva, visto che Maduro non sembra possa andarsene?”. Nel Paese sudamericano – ha proseguito – ci sono “crimini di lesa umanità e corruzione. C’è una violazione sistematica dei diritti umani”. E visto che “sappiamo chi sono i responsabili” la richiesta alla comunità internazionale è che si “dia valore agli strumenti che la stessa comunità internazionale ha creato 70 anni fa”, con la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. “Più che soldati, aerei, bombardamenti – ha ammonito – vogliamo si dia efficacia a strumenti quali il tribunale internazionale e l’Alto commissariato”. Questo anche “per mandare un messaggio al mondo e soprattutto alle generazioni future: i criminali non possono restare impuniti, la cosa preoccupante è che sembra che se diventi criminale e sei molto crudele la farai franca”. “Credo che la tirannia venezuelana – ha aggiunto – ha assunto la dimensione attuale perché la comunità internazionale glielo ha consentito, è stata troppo permissiva. Si è stati compiacenti, si è lasciato crescere il mostro”.