Cop24
Nell’opinione pubblica “manca la sensibilità e la coscienza morale della gravità della crisi socio-ambientale. Solo se riusciamo a far passare il messaggio che agire per cambiare la situazione migliorerà la qualità della nostra vita potremo evitare di subire le conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici”: lo ha detto oggi a Roma Matteo Mascia, coordinatore del progetto Etica e politiche ambientali della Fondazione Lanza, nel suo intervento al seminario promosso da Caritas italiana “Disuguaglianze, quale futuro?” nell’ambito della campagna “Chiudiamo la forbice” per contrastare le disuguaglianze nel mondo. Il focus è partito dagli esiti della Cop24 fino al Sinodo per l’Amazzonia che si svolgerà nell’ottobre 2019. “Il grande tema è capire come motivare il cambiamento – ha osservato Mascia -, visto che non c’è una rappresentazione narrativa né politica del fenomeno. Eppure entro il 2050 dobbiamo ridurre dell’80% le emissioni di CO2 ed entro il 2025 dovremo avere abitazioni ad emissioni zero e, in Italia, l’abbandono dei combustibili fossili. Il che vorrà dire cambiamenti radicali nei comportamenti sociali, negli stili di vita”. In questo periodo di transizione, ha proseguito, “dobbiamo costruire un percorso di formazione con il coinvolgimento dei vari attori sociali: le parole chiave sono dialogo, confronto e partecipazione”. Paolo Venezia, responsabile di Slow food Roma, ha raccontato la sua esperienza con i popoli indigeni amazzonici, che per tradizione si considerano in relazione con tutti gli elementi del creato, dalle piante agli animali. In vista del Sinodo dell’Amazzonia “sarebbe importante per noi ‘amazzonizzarci un pò’ – ha affermato – per superare la separazione dell’uomo dalla terra, come sta avvenendo di fatto oggi nel mondo. E ai vescovi dell’Amazzonia possiamo chiedere di aiutarci a capire meglio i problemi di oggi”.