Giovani

Educazione finanziaria: Skuola.net, 3 studenti su 4 vorrebbero studiarla a scuola

I ragazzi italiani gestiscono i soldi praticamente al buio. Secondo alcune recenti classifiche il nostro Paese è agli ultimi posti in Europa per la conoscenza delle nozioni di economia più elementari. Non solo. I nostri ragazzi, pur essendo aggiornatissimi per quanto riguarda ambiti come il digital, non sfruttano le risorse che hanno a disposizione (come il web) per aggiornarsi. E sono gli stessi ragazzi a chiedere una corretta educazione finanziaria, sin dall’età scolastica. Lo dimostra una ricerca condotta da Skuola.net, secondo la quale quasi 3 ragazzi su 4 sarebbero ben lieti di saperne di più grazie alla scuola. La ricerca è stata condotta su diecimila studenti di medie e superiori nel corso del mese dell’educazione finanziaria, appena conclusosi. Gli adolescenti dimostrano di avere un pessimo rapporto con gli strumenti di pagamento più diffusi. Quasi tutti confondono il funzionamento delle carte di credito con quello delle carte di debito (e viceversa): per più di 7 ragazzi su 10, infatti, quando si effettua un pagamento con la carta di credito, i soldi vengono prelevati subito dal conto corrente, mentre con la carta di debito il prelievo delle somme viene effettuato dopo un po’ di tempo. Peccato che sia esattamente il contrario e che solo il 28% dà la risposta corretta. Facile intuire, inoltre, che le carte prepagate siano un terreno sconosciuto ai più. Sono forse lo strumento di pagamento più usato dai giovani, specialmente se fanno molti acquisti online. In pochi, però, ne conoscono la natura: appena 1 su 4 sa che sono una tipologia a parte di carte (collegate a un circuito di pagamento e non a un conto corrente bancario). Solo il 23% dei ragazzi intervistati ha un conto bancario o postale dove deposita i suoi soldi; il 40% lo alimenta con parte della paghetta o con i regali dei genitori e dei parenti; nel 32% dei casi ci pensano direttamente i genitori, versando qualcosa di tanto in tanto. Ma ci sono anche i casi (28%) in cui sia figli che genitori contribuiscono a far crescere il saldo.