Intervista

Comece: mons. Hollerich (presidente), “ci sono molte cose da cambiare, ma non mettiamo in pericolo il progetto europeo”

“Non condannate l’Europa. Certamente ci sono molte cose che devono migliorare. Allora facciamolo. Ma non mettiamo in pericolo il progetto europeo. È un rischio enorme”. Lo ha detto mons. Jean-Claude Hollerich, presidente neo eletto della Comece, la Commissione degli episcopati dell’Unione europea, in un’intervista rilasciata al Sir. Il presule, indicando “la radice del successo dei populismi”, sostiene che “in Europea le identità si sentono minacciate”. “Siamo in un delicato momento di mutazione culturale”. Mons. Hollerich sa che “siamo solo all’inizio di una cultura digitale che sta portando con sé diverse conseguenze, cambiando per esempio lo spazio pubblico”. “È una comunicazione dove non si confrontano più le opinioni ma si scontrano gli estremi, da una parte, chi è a favore di qualcuno o qualcosa e, dall’altra, chi la pensa all’esatto contrario. Si è perduto in questo modo lo spazio della discussione”. A questo poi, secondo il presule, si aggiunge la crisi migratoria. “Penso, però, che questa crisi sia in realtà solo un capro espiatorio. Quello che emerge in realtà è un clima di scontento generale e di sfiducia nel futuro. In questo contesto, di fronte agli sbarchi si reagisce per paura”. “Una paura generalizzata per l’altro, per chi è differente”. Il compito delle Chiese, a suo avviso, è quello di “mettersi in dialogo con tutti, con il mondo politico, i partiti, con il popolo al quale apparteniamo. E devono dare orizzonti di senso alle persone”. “Senza Europa noi saremmo molto più poveri, più isolati, avremmo le guerre molto più vicino. Ci siamo abituati qui, in Europa, a vivere nella sicurezza. Non abbiamo mai vissuto nella storia un periodo così lungo di pace e la diamo per scontata – conclude -. A tutti coloro che non amano l’Europa bisogna mostrare ciò che potrebbe essere l’alternativa. E l’alternativa sarebbe peggio della peggiore Unione europea”.