Crisi
“In questi giorni ho seguito con apprensione le vicende relative alla vostra situazione, che vede il rischio concreto di dimezzamento dei posti di lavoro e il trasferimento di una quota rilevante di persone in un’altra sede. Comprendo e sono pienamente solidale con le vostre legittime ragioni nell’opporvi a queste decisioni”. Così l’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia, nel saluto rivolto oggi ai lavoratori di Italiaonline, ex Seat Pagine Gialle, riuniti in assemblea al Centro Congressi del Santo Volto e che hanno annunciato uno sciopero il prossimo 20 marzo contro i 400 licenziamenti annunciati dall’azienda. “Non si tratta solamente di difendere la sopravvivenza economica o il relativo benessere acquisito con il lavoro – osserva il presule -. Nel nostro territorio si sta giocando una ‘partita’ ancor più importante e drammatica sul significato che il lavoro ha nel contesto della società intera; e sul senso di quel ‘bene comune’ su cui la vita associata si fonda”. Non è possibile, ammonisce, “continuare a decidere che i profitti del lavoro e dell’impresa siano privati, mentre le perdite e le conseguenze sociali della disoccupazione e di scelte, che derivano da esclusive ragioni di guadagno economico, non considerino i diritti e le giuste esigenze di chi lavora”. Questo metodo “è cinico e disumano; e produce ingiustizia, assistenzialismo, disagio sociale e gravi conseguenze di sofferenza per i lavoratori e le loro famiglie. La dottrina sociale della Chiesa e tutto l’insegnamento di Papa Francesco ci ricordano che la responsabilità sociale è di tutti e non può essere delegata o elusa in nome del profitto di pochi”. Per Nosiglia “è inaccettabile che questa sia la sola logica che condiziona e determina la vita di tanti lavoratori e delle loro famiglie”.