Rapporto
Emergenza medica ed educazione sotto attacco. Dopo sette anni di conflitto in Siria il sistema sanitario e quello di istruzione sono in ginocchio. I numeri impietosi sono riportati nel Rapporto “Voci dalle aree del pericolo” lanciato oggi da “Save the children” in vista del settimo anniversario del conflitto in Siria. L’organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro, denuncia che “tra luglio 2017 e gennaio 2018, ci sono stati almeno 92 attacchi verificati sui servizi sanitari in tutta la Siria, tra cui ospedali, ambulatori e ambulanze – quasi uno ogni due giorni – in violazione del diritto umanitario internazionale. Almeno 77 operatori sanitari sono stati uccisi o feriti. Più del 60% di questi attacchi si sono verificati nei governatorati della Siria nord-occidentale di Idlib, Hama e Aleppo. Questi attacchi hanno interrotto i servizi presso strutture che altrimenti avrebbero effettuato oltre 80.000 prestazioni e oltre 2.100 interventi chirurgici importanti. Interrotti dagli attacchi servizi ospedalieri che avrebbero fornito assistenza a più di 1.000 donne in procinto di partorire”. Nella zona di Ghouta orientale, in soli cinque giorni a febbraio sono stati segnalati attacchi a 14 ospedali, 3 centri sanitari e 2 ambulanze, mentre vengono regolarmente negati i permessi di evacuazione a più di 120 bambini che hanno bisogno di urgenti trattamenti salva-vita e vengono così condannati a morte dall’assedio. Non un solo bambino malato è stato evacuato da quando è stata adottata la risoluzione Onu 2401”. A Douma, nel Ghouta, “non entrano forniture mediche e i sanitari sono costretti a riutilizzare quelle disponibili più volte, disinfettandole e passandole da un paziente all’altro. Sono passati due anni da quando un rifornimento di siero è entrato nel Ghouta orientale”. Non stanno meglio le scuole: circa il 43% delle scuole in Siria non funziona più. Nel Ghouta orientale, in particolare, più di 60 scuole sono state colpite dai bombardamenti nei primi due mesi del 2018, almeno 18 sono state completamente rase al suolo e più di 57.000 alunni hanno dovuto interrompere o abbandonare la scuola. Le scuole nel nord-ovest della Siria e nel Ghouta orientale si aprono e chiudono su base giornaliera a seconda della situazione di sicurezza. Con inevitabili conseguenze per l’apprendimento di un’intera generazione di bambini. Secondo una valutazione di Save the Children condotta su 1.178 alunni (558 ragazzi, 620 ragazze) di età compresa tra i 5-11 anni nella Siria nord-occidentale. I risultati hanno mostrato come il livello di conoscenza e di istruzione dei bambini siriani si stia abbassando: “Più di un terzo degli studenti di età compresa tra 9 e 11 anni ha mostrato capacità di lettura araba inferiori a quelle che ci si aspetterebbe di solito da un bambino di 5 o 6 anni. Il 7% non riusciva nemmeno a riconoscere le lettere di base. Quasi il 50% dei bambini di età compresa tra 9 e 11 anni non è stato in grado di risolvere problemi di matematica che normalmente sarebbero stati insegnati ai bambini di 5-6 anni e alcuni bambini non erano nemmeno in grado di riconoscere i numeri”. “I bambini della Siria sono stati traditi dal mondo per troppo tempo. Quasi tre milioni di bambini sono nati e cresciuti senza conoscere altro che la guerra. Nonostante le recenti promesse di un cessate-il-fuoco, i bambini vengono ancora bombardati nelle loro case, a scuola o negli ospedali. Chiediamo la cessazione immediata dei combattimenti per consentire alle organizzazioni umanitarie, come Save the Children, di fornire aiuti salvavita alle centinaia di migliaia di bambini intrappolati nel Ghouta orientale e in altre aree duramente colpite dal conflitto”, afferma Filippo Ungaro, direttore della comunicazione e delle campagne di Save the Children. “La comunità internazionale non può tollerare oltre e lasciare che una generazione di bambini soffra in questo modo. Deve usare la propria influenza per garantire un immediato cessate-il-fuoco e costringere le parti in conflitto a negoziare la fine duratura di una guerra che ha distrutto così tante vite”.