Giovani e educazione
Umanizzare l’università, lo studio e la ricerca facendo degli atenei luoghi di relazioni e cantieri di speranza perché è davvero strategico il ruolo del mondo accademico nella formazione delle giovani generazioni, per lo sviluppo del Paese e per il bene comune. Ma occorre una nuova “alleanza” tra università, Chiesa e società nel suo insieme, come ha ricordato il segretario generale della Cei Nunzio Galantino a chiusura del convegno nazionale di pastorale universitaria “Chiesa e università, cantieri di speranza” promosso a Roma dall’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’ università della Cei in collaborazione con il Servizio nazionale per la pastorale giovanile. Non si parte da zero, “ma questo dialogo deve crescere e strutturarsi”, dichiara in un’intervista al Sir Alberto De Toni, intervenuto al convegno nella sua duplice veste di rettore dell’Università di Udine (nove facoltà e 16mila iscritti) e di segretario generale della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui). Il G7 University 2017 ‘Education for all’ – sottotitolo ‘azioni per un futuro sostenibile’ – promosso dalla Crui il 29 e 30 giugno scorsi a Udine ha costituito in un certo senso la premessa all’incontro romano, spiega, ricordando che sui 500 mila iscritti negli atenei italiani, il 30% abbandona nei primi due anni: “abbiamo un’area di intervento enorme”, dice: “Dobbiamo portare speranza, sostegno, aiuto. Dobbiamo attivare vere comunità di incontro” mentre oggi “corriamo il rischio che le università siano anonime, ‘non luoghi’ caratterizzati da mancanza di relazioni e solitudine”.