Fine vita
Oggi compie 8 anni la legge 38 del 15 marzo 2010 che ha introdotto nel nostro Paese le cure palliative, ma per Italo Penco, presidente della Società italiana di cure palliative (Sicp), sono urgenti l’informazione dei cittadini, la formazione degli operatori e l’omogeneità di risorse e di reti sul territorio. In un’intervista al Sir, Penco spiega che “ancora oggi la maggior parte degli italiani non conosce queste cure o non sa come accedervi” e un altro nodo irrisolto “è la mancanza di formazione degli operatori” anche se qualcosa “si sta muovendo” perché “la Conferenza permanente dei presidenti dei corsi di laurea in medicina e chirurgia ha dato delle indicazioni raccomandando di integrare i corsi con crediti formativi obbligatori nel pre-laurea. Si tratta di 25 ore, non è molto ma è un primo passo importante”. Anche il medico di famiglia, “regista nelle cure palliative di base e “anello di congiunzione in grado di intercettare il malato al momento giusto e di capire se e quando debba essere inviato ad un centro di cure più specialistiche” dovrebbe “possedere le competenze necessarie”. Negli ultimi anni sono aumentati i minori affetti da patologie inguaribili: secondo il presidente della Sicp nel nostro Paese, “su 100mila residenti con meno di 15 anni, 20 bambini muoiono avendo bisogno di cure palliative, ma mancano servizi dedicati” anche se “qualche cosa si sta muovendo a Bologna, Genova e Milano”. Servono strutture e approcci specifici, per l’età diversa e per il fatto, spiega Penco, che gli adulti bisognosi di cure palliative sono al 40% oncologici, malattia che si riscontra solo nel 20% dei piccoli dove prevalgono invece le patologie genetiche. “Come Sicp – conclude – stiamo investendo risorse per sensibilizzare la politica e gli assessorati alla Salute affinché diano risposta ai bisogni di questa fascia di popolazione”.