Giornata memoria e impegno
“Per sconfiggere le mafie, bisogna conoscerle. Soprattutto le meno note e sottovalutate, come quelle del Foggiano. Ma dopo lo studio, bisogna passare all’azione. Non da soli, ma costruendo il Noi. E a essere protagonisti di queste pagine sono i tanti cittadini comuni che, nel gioco di squadra, hanno trovato la forza di ribellarsi ai boss. Da Scampia alla Locride, da Vieste all’Emilia”. È questo il messaggio forte alla base del libro “Alle mafie diciamo NOi” (Città nuova) di Gianni Bianco, giornalista Tg3 Rai, e di Giuseppe Gatti, magistrato della Direzione distrettuale antimafia di Bari, che sarà presentato a Bari il 18 marzo (ore 18, via Melo da Bari, 119) in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie che si celebra ogni anno il 21 marzo, e quest’anno si terrà a Foggia. La presentazione è promossa da Libera Puglia. Con il patrocinio Associazione nazionale magistrati, distretto di Bari. Bianco e Gatti raccontano le vite di chi fa della legalità uno strumento di bene comune, lavoro, studio, sviluppo sociale ed economico.
“Quello che traspare con forza è la passione civile degli autori, la loro fede in una democrazia vera, basata sulla responsabilità, sull’impegno di tutti per il bene comune. Passione civile – scrive don Luigi Ciotti nella postfazione – che è anche passione pedagogica. Il libro è rivolto ai ragazzi ai quali parla con un linguaggio semplice, diretto, ma al tempo stesso profondo, capace di riportare i concetti alla loro fonte: le esperienze e le storie delle persone”. Sono i giovani la prima linea di un’antimafia che non delega, ma che nella condivisione delle esperienze e delle diverse ricchezze personali trova risposte sempre nuove all’arroganza dei clan. Il 18 marzo ne discuteranno con gli autori: Giancarlo Caselli, presidente Comitato scientifico osservatorio agromafie; Lorenzo Gadaleta, presidente Anm Bari; Daniela Marcone, vicepresidente di Libera; don Franco Lanzolla, parroco della cattedrale di Bari. Conduce il dibattito Toni Mira, caporedattore di Avvenire.