Anniversario
Proporre oggi i terroristi delle Brigate Rosse “in asettici studi televisivi come se stessero discettando della quinta essenza della verità rivelata credo che sia un oltraggio per tutti noi ma soprattutto un oltraggio per chi ha dato la vita e il sangue per questo Paese”. Lo ha affermato questa mattina Franco Gabrielli, capo della Polizia di Stato parlando dei brigatisti coinvolti nel sequestro di Aldo Moro durante l’inaugurazione del giardino “Martiri di via Fani” a Roma. “Oggi noi stiamo subendo una sorta di perversione”, ha osservato Gabrielli. “Paradossalmente – ha spiegato – si confondono i ruoli, si confondono le posizioni. In questi giorni in cui si sta rievocando nel quarantennale la memoria di quei giorni, di quei momenti, abbiamo subito l’oltraggio di vedere dei ‘sottopancia’ nei quali si riporta ‘Dirigente della colonna romana delle Brigate Rosse’”. “Credo che le parole debbano avere un peso e un significato”, ha ammonito il capo della Polizia, che ha insistito: “Oggi noi dobbiamo ricordare chi stava dalla parte giusta e ha perduto la vita, e l’ha perduta nel nome di quegli ideali e di quei valori che questi delinquenti immaginavano di poter e di dover sovvertire”. “Credo che mai come in queste vicende – ha proseguito – il linguaggio di verità e di chiarezza debba essere fatto”. “Questi signori erano delinquenti due volte, perché non solo uccidevano, rapinavano, non solo privavano agli affetti di mogli, figli, padri e madri, ma cercavano in una logica di morte di sovvertire le Istituzioni democratiche del Paese. Quelle Istituzioni che nella Resistenza e grazie alla Resistenza questo Paese aveva potuto in qualche modo avere. Questi signori pensavano che in nome di quella Resistenza dovevano sovvertire”. “Oggi noi con forza dobbiamo ricordare questi colleghi”, ha esortato riferendosi a Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino, ricordando che “Polizia e Carabinieri sono le due forze di polizia che hanno pagato il tributo di sangue più grande nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata”. Poliziotti e carabinieri “stavano dalla parte giusta, gli altri stavano dalla parte sbagliata”.