Global compact
Il global compact sui migranti e quello sui rifugiati dell’Onu “possono rafforzare gli aspetti positivi e potenziali della migrazione e aprire la strada per una responsabilità condivisa tra gli Stati”, ha affermato l’arcivescovo di Amburgo Stefan Heße aprendo oggi a Berlino un seminario su “accogliere e proteggere sostenere e integrare i migranti e i rifugiati. Prospettive ecclesiali sui global compact”. L’incontro è stato organizzato dalla Commissione migrazione della Conferenza episcopale tedesca, di cui mons. Heße è presidente, e ha visto la partecipazione del ministro federale per la cooperazione e lo sviluppo economici, Gerd Müller, del sottosegretario del dicastero vaticano per i migranti, padre Maria Baggio e di una cinquantina di rappresentanti delle istituzioni ecclesiali, politiche associative tedesche. Secondo l’arcivescovo di Amburgo “i global compact possono sensibilizzare sul fatto che i diritti e i bisogni di queste persone non sono marginali ma devono essere il punto di riferimento di una politica umanitaria e responsabile” e inoltre “possono essere un contributo importante al superamento attraverso la cooperazione internazionale, della globalizzazione dell’indifferenza”. Se la Chiesa prende posizioni su queste questioni è perché “oltre alla sensibilità biblica e teologica della questione, c’è l’esperienza concreta di molti cristiani che vivono una vita per i migranti, con i migranti o come migranti”. Il seminario “ha permesso ai partecipanti di discutere criticamente i risultati raggiunti finora dai negoziati, di formulare raccomandazioni per il processo successivo e di dare già uno sguardo alla fase di attuazione dei due global compact”, riferisce un comunicato stampa diffuso dalla Conferenza episcopale tedesca.