Veglia di preghiera
“Essere luce ed essere sale vuol dire impegnarsi ad aprire nuove strade, ipotizzare nuove possibilità, osando di più, lottando contro il fatalismo e l’assuefazione”. Lo ha detto mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, che ha presieduto ieri sera a San Giovanni Rotondo una veglia di preghiera con i giovani in preparazione alla visita di Papa Francesco. “Il Signore vi ha convocato per affidarvi un mandato: voi siete sale, voi siete luce – ha aggiunto il presule -. Solo se la vostra vita riesce, con quello che fate giorno per giorno, a dare sapore e splendore all’esistenza vostra e degli altri, allora sarà sale e luce”. Mons. Galantino li ha messi in guardia dagli adulti che “pensano che basti autoproclamarsi cattolici perché venga dato credito positivo, perché venga riconosciuta la funzione di luce, cioè punti di riferimento, la funzione di sale, cioè gente che porta senso”. Contrariamente a ciò “il discepolo di Gesù è chiamato a seguire una segnaletica ben definita, la segnaletica delle beatitudini fatta di passione per le opere di pace, di attenzione misericordiosa verso gli altri, di vita vissuta nella povertà e segnata nella sobrietà”. Caratteristiche incarnate, secondo il segretario della Cei, dalle quattro figure di santità, presentate durante la veglia: san Domenico Savio, Chiara Luce Badano, Chiara Corbella, san Pio da Pietrelcina. “Dobbiamo tornare a sorridere perché beati e far sì che a chi ci incontra torni il sorriso – ha sottolineato il presule -, perché si sente compreso da noi, perché incontra gente che non sopporta lo spirito guerrafondaio, respingente e discriminante delle anime piccole”. Ai giovani l’invito, però, a non avere “la pretesa di omologare”, che è “una brutta malattia”. L’invito resta piuttosto quello di mantenere lo sguardo rivolto a quei “santi e beati, uomini e donne che, forti del loro legame con Cristo, si sono ‘sporcati le mani’ e spesso anche la reputazione per fare spazio dentro di sé e attorno a sé a valori non quotati in borsa, come la povertà e la sobrietà scelti al posto dello spreco, la lealtà come alternativa all’imbroglio, il compimento del proprio dovere in alternativa al disimpegno, la solidarietà concreta in alternativa al tornaconto e all’egoismo”.