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Avvenire: la prima pagina di domani 20 marzo. Migranti in Libia, caso Facebook, pre-Sinodo dei giovani

“Avvenire” apre la sua prima pagina con la condizione dei migranti in Libia, alla luce di un rapporto riservato dell’Onu, che mette sotto accusa le autorità di Tripoli, mentre è indagato l’equipaggio di una nave dell’Ong spagnola Open Arms, “reo” di avere portato a termine un salvataggio nel Mediterraneo. L’editoriale è a firma di Gigio Rancilio, social media editor di “Avvenire”, che si occupa dal caso Facebook: “Questa è una storia politica. Così politica, nel senso più alto del termine, che dovrebbe interessare tutti. Nessuno escluso. Il problema non è solo Trump e la sua elezione, quanto l’intero sistema che regola l’impressionante mole di dati che ogni giorno lasciamo in Rete. Ed è un sistema potentissimo, per di più concentrato nelle mani di pochissime aziende che sanno ormai così tanto di noi da potere arrivare nel giro di qualche anno a prevedere perfino i nostri bisogni un minuto prima che ci vengano in mente. Possiamo continuare a fare finta di niente (solito refrain: tanto non ho nulla da nascondere), ma in un mondo dove persino gli oggetti attorno a noi saranno sempre più connessi in Rete e si scambieranno dati, senza un rigoroso rispetto della privacy e un rigoroso obbligo di trasparenza il sistema è destinato a travolgerci. A fagocitare le nostre vite, i nostri pensieri, i nostri desideri e le nostre scelte per poi restituircene di nuovi capaci di orientarci verso scelte e idee preconfezionate decise da manovratori-manipolatori”. La fotocronaca è per il Papa e il suo incontro con i giovani in vista del Sinodo di autunno, nel quale Francesco ha esortato ad avere coraggio e ha definito la disoccupazione un peccato sociale. Un altro commento va alle elezioni in Russia. Scrive Fulvio Scaglione, grande esperto del Paese: “Rieletto per il quarto mandato presidenziale con quasi il 76% dei voti, Vladimir Putin continua a essere un rebus per l’Occidente, che rimugina sul suo successo (non c’era Navalnyj, i media sono sotto controllo, i brogli, la pressione del sistema per influenzare il voto) senza riuscire ad ammettere che ‘Vova’ gode di reale popolarità nel suo Paese e vincerebbe le presidenziali anche se si trovasse di fronte avversari veri e non le mascherine di questa tornata. E questo avviene perché la Russia stessa resta un enigma per l’Occidente. La Russia che nel 1998 dichiarò il default perché non poteva onorare gli impegni finanziari con gli altri Paesi e che nel 2017 ha saldato tutti i debiti, quelli dell’Urss compresi. Che nel 2015, sotto la pressione della crisi dell’Ucraina, delle sanzioni e del crollo del prezzo del petrolio, era considerata alla frutta e che da allora è diventata una potenza in Medio Oriente”. Richiami infine per la politica, che avvia la settimana dell’apertura del nuovo Parlamento, e per Popotus, l’inserto dei ragazzi.