Anniversari

Don Peppe Diana: mons. Aversano e don Broccoletti (parroci), “Per amore del mio popolo” un documento “attuale anche oggi”

“Don Peppe Diana era un vulcano sempre propositivo in mezzo a noi e, anche se ci è stato tolto, continua a lavorare dal cielo per ispirarci a fare il bene seguendo le piste che ci ha ispirato lui”: lo afferma, in un’intervista al Sir, mons. Carlo Aversano, oggi parroco del SS. Salvatore a Casal di Principe, che, con don Diana e gli altri sacerdoti della Forania, nel Natale 1991 firmò la lettera “Per amore del mio popolo”, distribuita in tutte le chiese. In occasione del 24° anniversario dell’uccisione di don Diana, mons. Aversano evidenzia: “È un documento che ha un grande valore anche oggi perché noi come Chiesa non dobbiamo mai smettere di combattere il male che è sempre presente. Dobbiamo essere sempre capaci di proporre il positivo. Qui a Casale dei cambiamenti ci sono stati, ma è soprattutto nostro impegno evitare che attecchisca di nuovo il male”.
Anche per don Armando Broccoletti, ora parroco di San Rocco a Frattamaggiore, ma alla guida della parrocchia Spirito Santo, a Casal di Principe, negli anni di don Diana, di cui era il confessore, “Per amore del mio popolo” è “sempre attuale”: “Eravamo consapevoli che era un documento dirompente e profetico perché conteneva le parole forti dei vescovi, attualizzandole per il nostro territorio, in modo da renderlo efficace anche in vista delle elezioni che ci sarebbero state di lì a poco. Vedevamo che le cose andavano fuori ogni regola, la presenza del crimine era ingombrante, nessuno poteva più parlare o esprimere critiche. Questo, come pastori, ci faceva troppa impressione, abituati dall’altare a dire tutte le cose con franchezza”. Secondo il sacerdote, “quel documento è ancora attuale perché anche oggi si è smarrito il senso del bene comune, gli ideali sono finiti sulle nuvole e si pensa solo agli interessi personali”. Don Armando ricorda di don Peppe “l’entusiasmo, la sua attenzione ai bisogni degli altri e il coraggio di denunciare le storture”. “L’impegno civile di don Peppe, naturalmente, nasceva dal suo essere sacerdote”, ha concluso.