Verso le presidenziali
“Più che la vittoria (che appare scontata), serve un plebiscito che dia forza al suo mandato”: è quanto sostiene padre Mamdouh Chéhab Bassilios, del Centro francescano per gli studi cristiani de Il Cairo, che sulle colonne del numero marzo-aprile della rivista “Terrasanta” affronta il tema delle aperture del presidente egiziano Al-Sisi verso i cristiani d’Egitto, in vista delle imminenti elezioni presidenziali previste per il 26-28 marzo. Voto che vedrà il presidente uscente concorrere praticamente senza rivali fatta eccezione per Moussa Mostafa Moussa, che di Al-Sisi è stato pure un sostenitore. “Dal momento della sua elezione a presidente dell’Egitto – scrive il francescano – Al-Sisi ha portato avanti una precisa strategia di avvicinamento ai copti: ha avuto il coraggio di recarsi per gli auguri natalizi nella cattedrale, durante la messa di mezzanotte. In precedenza l’evento avveniva in maniera formale presso la sede del patriarca. È una scelta che assicura al presidente un posto nei cuori dei fedeli”. Per il religioso si tratta di una “inversione di rotta rispetto al regime precedente dei Fratelli musulmani, che consigliavano i loro adepti di non concedere nulla ai cristiani d’Egitto”. Altro elemento che, scrive padre Chéhab Bassilios, “fa ben considerare il presidente da parte dei copti è l’atteggiamento verso le chiese che non godono ancora di autorizzazioni ufficiali. Negli anni scorsi, questi luoghi di culto venivano chiusi immediatamente. Quest’anno, l’organismo governativo preposto al culto ha annunciato che più di 2.500 luoghi di culto sparsi in 14 province verranno mantenuti aperti in attesa del loro riconoscimento in base ad una legge emanata nel 2016. L’autorizzazione attuale è basata su un’intesa tra la polizia di Stato e le autorità cristiane del Paese, cattoliche, ortodosse e protestanti. Secondo il quotidiano “al-yôm al-sâb” (Settimo giorno), il totale delle chiese chiuse negli anni scorsi per mancanza (vera o presunta) di autorizzazioni raggiunge la cifra di 3mila, 2mila appartenenti alla sola Chiesa copta. A ciò si aggiunga la costruzione dell’enorme cattedrale della Natività di Cristo, in quella che sarà la capitale amministrativa dell’Egitto, “dono dello Stato egiziano e del presidente al-Sisi” alla comunità cristiana del Paese.