Pre-Sinodo
“Con i giovani non ci si deve spaventare mai”. Neanche dei tatuaggi, perché “sempre, dietro alle cose non tanto buone c’è qualcosa che ci fa arrivare a qualche verità”. Così il Papa ha risposto a braccio alla domanda di un seminarista di Leopoli, Yulian Vendzilovych, che all’interno di un quesito sul rapporto tra fede e cultura aveva chiesto lumi anche su una consuetudine molto in voga nelle nuove generazioni. “Non spaventarti dei tatuaggi”, l’invito di Francesco, che ha ricordato come “gli eritrei si tatuavano la croce” sulla fronte. “Sì, ci sono esagerazioni”, ha riconosciuto il Papa, sottolineando che “quelli che hanno una grande quantità di tatuaggi non possono donare il sangue, perché c’è il pericolo di infezione”. “Il pericolo sta nell’esagerazione, non nel tatuaggio”, ha precisato Francesco: “Il tatuaggio indica appartenenza”. Di qui la proposta di un dialogo tra i futuri sacerdoti e i giovani: “Tu, giovane, che ti sei tatuato così, cosa cerchi? In quel tatuaggio quale appartenenza dici?”. “Cominciare a dialogare”, l’esortazione del Papa: “Con i giovani non ci si deve spaventare mai. Sempre, dietro alle cose non tanto buone c’è qualcosa che ci va arrivare a qualche verità”.