Pre-Sinodo
“Far uscire quello che ognuno di voi ha nel cuore. Parlare con coraggio”, perché ci vuole “faccia tosta”. Con queste parole, pronunciate a braccio, come gran parte del suo discorso, sia all’inizio sia alla fine, il Papa ha invitato i 300 giovani presenti al pre-Sinodo a parlare con parresìa. “Qui la vergogna si lascia dietro la porta, si parla con coraggio”, ha esordito Francesco: “Quello che sento lo dico, e se qualcuno si sente offeso, chiedo perdono e vado avanti”. “Parlare con umiltà”, l’altro invito del Papa: “Se parla qualcuno che non mi piace lo devo ascoltare di più, ognuno ha diritto di essere ascoltato, come ognuno ha diritto di parlare”. “In momenti difficili il Signore fa andare avanti la storia con i giovani”, ha detto Francesco citando la vicenda di Samuele: “In quel tempo non c’era l’abitudine di sentire la voce di Dio: era un popolo disorientato, è stato un giovane ad aprire quella porta. I giovani non hanno vergogna”. I giovani, ha proseguito, “hanno più forza per ridere, anche per piangere”: “Tante volte noi abbiamo dimenticato la capacità di piangere”, l’analisi del Papa. “Per favore, siate coraggiosi in questi giorni, dite tutto quello che vi viene in bocca”. “Vi invito allora, in questa settimana, a esprimervi con franchezza e in tutta libertà”, ha ripetuto Francesco al termine del suo discorso: “L’ho detto e lo ripeto: faccia tosta”. “Siete i protagonisti ed è importante che parliate apertamente”, ha ribadito: “Vi assicuro che il vostro contributo sarà preso sul serio. Già da ora vi dico grazie; e vi chiedo, per favore, di non dimenticarvi di pregare per me. E quelli che non possono pregare, almeno mi pensino bene”.