Passione

Papa Francesco: Angelus, crocifisso “non è un oggetto ornamentale”, bisogna “guardarlo da dentro” ed entrare nelle piaghe di Gesù

foto SIR/Marco Calvarese

“Chi vuole conoscere Gesù deve guardare dentro alla croce, al crocifisso, che non è un oggetto ornamentale o un accessorio di abbigliamento – a volte abusato! – ma è un segno religioso da contemplare e comprendere”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, al quale secondo la Gendarmeria vaticana hanno partecipato 20mila persone. “Vedere”, ha spiegato Francesco a proposito del verbo usato da Giovanni nel suo Vangelo, “è arrivare fino al cuore, arrivare con la vista, con la comprensione fino all’intimo della persona, dentro la persona”. “Come guardo io il crocifisso?”, ha chiesto Francesco a braccio ai fedeli: “Come un’opera d’arte, per vedere se è bello o non bello? O guardo dentro, entro nelle piaghe di Gesù fino al suo cuore? Guardo il mistero del Dio annientato fino alla morte, come uno schiavo, come un criminale?”. “Non dimenticatevi di questo: guardare il crocifisso, ma guardarlo dentro”, l’invito del Papa, che ha citato la “bella devozione di pregare un Padre Nostro per ognuna delle cinque piaghe: quando preghiamo quel Padre Nostro, cerchiamo di entrare attraverso le piaghe di Gesù dentro, dentro, proprio al suo cuore. E lì impareremo la grande saggezza del mistero di Cristo, la grande saggezza della croce”. “La croce, morte e risurrezione” di Gesù, ha concluso Francesco menzionando l’immagine del chicco di grano, “è un atto di fecondità: le sue piaghe ci hanno guariti, una fecondità che darà frutto per molti”. Gesù, quindi, “deve morire, per riscattare gli uomini dalla schiavitù del peccato e donare loro una nuova vita riconciliata nell’amore. Per riscattare me, te, tutti noi, ognuno di noi, lui ha pagato quel prezzo. Questo è il mistero di Cristo. Va’ verso le sue piaghe, entra, contempla; vedi Gesù, ma da dentro. Voglio vedere Gesù, ma vederlo da dentro. Entra nelle sue piaghe e contempla quell’amore del suo cuore per te, per te, per te, per me, per tutti”.